«La sanità, i trasporti, la casa, il lavoro, l’ambiente, le fragilità». Daniela Padoan e Onorio Rosati concordano su quali siano le priorità dei lombardi che hanno incontrato in campagna elettorale. I due sono capilista nella provincia di Milano dell’Alleanza Verdi Sinistra: Daniela Padoan per Europa Verde, Onorio Rosati per Sinistra Italiana. La verde e il rosso.

Qui il sodalizio nato per le elezioni politiche ha retto il ciclone post 25 settembre e corre con lo stesso simbolo nella coalizione a sostegno di Pierfrancesco Majorino insieme a Pd, M5S e Civici. La voglia di tentare il colpaccio nella regione simbolo del leghismo e del berlusconismo, ora pro tempore meloniana, ha vinto sulle vivaci discussioni interne ai due partiti, mantenendo l’unità che è rotta invece nel Lazio.

«Quando vai nei mercati tutti ti fanno vedere sul telefonino quanti mesi devono aspettare per una visita sanitaria o ti parlano del costo della casa» racconta Daniela Padoan, scrittrice, saggista, direttrice dell’associazione «Laudato sì – Alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale». «Spesso queste persone non individuano i responsabili dei loro problemi, non indirizzano il proprio malcontento verso chi ha governato la Lombardia».

Sarà che la destra è sempre stata molto brava in questa regione a confondere le acque, sarà che le opposizioni hanno perso radicamento sul territorio in questi trent’anni, soprattutto nelle zone periferiche. Anche Onorio Rosati, ex segretario della Camera del lavoro di Milano e candidato presidente alle scorse regionali lombarde per Liberi e Uguali, concorda: «C’è una repulsione verso la politica in generale, non indirizzata verso chi ha governato questa regione per 30 anni» dice. «L’ho sentita soprattutto negli strati sociali più in difficoltà. Credo aumenterà l’astensione, c’è una propensione al non voto che spesso diventa rabbia sociale e che si rivolge contro tutti». E gli elettori di sinistra? «Loro mi sembrano motivati, con una gran voglia di cambiare tutto in Lombardia e votare Majorino».

Per capire l’umore degli elettori al di fuori del giro di chi segue la politica bisogna andare nei mercati, nelle piazze, muoversi fuori dalla propria bolla. «La prima cosa di cui ti parlano i lombardi è la sanità, le liste d’attesa infinite, il fatto che sei costretto ad andare dai privati per farti curare e pagamento, ovviamente se puoi permettertelo» racconta ancora Padoan. «E poi i trasporti, i pendolari sono stufi di viaggiare ogni giorno tra ritardi e disservizi e perdere così tanto tempo a causa di trasporti inadeguati».

È evidente lo scollamento tra il racconto dell’eccellenza lombarda che la destra porta avanti da 30 anni e le condizioni reali di vita delle persone, ma bucare questo incantesimo è qualcosa che al centrosinistra non è mai riuscito. «Stiamo vivendo in un intreccio di grandi crisi: climatica, bellica, pandemica e in Lombardia anche ambientale con la siccità, i ghiacciai che si ritirano, e la giunta Fontana è stata immobile davanti a queste crisi» dice Daniela Padoan.

Un buon risultato della coalizione progressista che sostiene Pierfrancesco Majorino darebbe indicazioni anche a livello nazionale, ne è convinto Onorio Rosati. «Potrebbe essere la prima importante rivincita in una regione che per la destra è sempre stata un laboratorio politico». E per i rossoverdi? «Come lista è un test nazionale» dice Rosati. «Sappiamo che le cose nel Lazio sono andate diversamente quindi un buon risultato della lista in Lombardia aiuterebbe a proseguire questa alleanza che secondo me è il futuro: mettere insieme politiche sociali e ambientali».