La candidatura di Kamala Harris sembra aver galvanizzato anche la sinistra. Ne parliamo con Andrew O’Heir, caporedattore politico di Salon.

Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders hanno sostenuto Joe Biden fino all’ultimo. Da osservatore di sinistra della politica americana, perché la sinistra radicale lo ha sostenuto così tanto?
Credo che la sinistra radicale abbia visto in Biden un partner affidabile, chiaramente non nel senso ideologico, ma nel senso che Biden aveva capito che era importante costruire un rapporto con la sinistra progressista e con gli elettori più giovani, ed era pronto a dare alla fazione di sinistra un po’ di quello che voleva per avere il loro incrollabile sostegno, e di ritardare o affondare qualsiasi sfida da sinistra alla sua leadership, fino alle elezioni del 2026 e del 2028. Se supponiamo che la preoccupazione di Alexandria Ocasio-Cortez per le conseguenze di un ritiro di Biden fosse sincera, allora penso che Harris sia proprio una di quelle conseguenze. Non credo che la sinistra abbia un rapporto di particolare affetto con lei. Harris è difficile da classificare in termini ideologici, ma le manca la lunga esperienza di Biden di negoziatore e artefice di accordi. Credo quindi che Bernie & co. ritengano di aver perso un alleato e di essersi imbarcati in un nuovo rapporto incerto e forse conflittuale.

Negli ultimi anni sinistra dem ha guadagnato molto spazio: lc’è una possibilità che la luna di miele continui anche con Harris?
Harris ha fatto gesti vaghi verso la sinistra quando ha iniziato la sua sfortunata campagna nel 2020, e si è candidata come moderata neoliberale con credenziali di politica identitaria. Durante la sua carriera in California non era benvoluta a sinistra e durante il suo breve mandato al Senato, sembrava essere in sintonia con la casta dei ricchi donatori del partito. È chiaramente più a suo agio sul terreno dei diritti civili e dei diritti riproduttivi di quanto non lo sia mai stato Biden, e sarà una portavoce forte sulla questione dell’aborto, come lui non poteva essere. Ma per quanto riguarda un’alleanza con la sinistra o un’apertura alle questioni fondamentali della giustizia economica, stiamo chiaramente partendo da zero e ci sono buone ragioni per essere scettici. È troppo presto, per non dire troppo semplicistico, descrivere questa scelta come un colpo di stato interno o una presa di potere da parte della fazione centrista dominante del Dnc (Democratic National Committee), come dicono alcuni, è chiaro che non è stato questo il fattore principale, né l’intenzione consapevole. Ma a posteriori potrebbe sembrare così.

Tuttavia la candidatura di Harris sembra suscitare entusiasmo, come se non avesse mai fatto parte di questa amministrazione.
L’aumento dei consensi per Harris ha tutto a che fare con il sollievo per il fatto che le evidenti vulnerabilità di Biden sono uscite di scena, e praticamente nulla a che fare con l’ideologia o la politica. Harris è pro Israele tanto quanto Biden, ma forse gestirà la questione con maggiore diplomazia e non si descriverà apertamente come sionista. Non ho idea se gli elettori più giovani, quelli più di sinistra o quelli arabo-americani allontanati dalla politica di Gaza torneranno, ma il calcolo del Partito democratico è sempre stato che questi elettori non contano. Ritengono che Harris spingerà l’affluenza alle urne tra gli elettori neri, in particolare tra le donne nere, e tra le donne in generale. Questo è vero ma non so se compenserà i voti degli uomini bianchi che allontanerà.

Quali pensa siano gli ostacoli maggiori che Harris avrà con la base e con il partito?
In questo momento non ha alcuna responsabilità con la base, grazie al già citato sollievo per l’uscita di scena di Biden, e col partito è stato subito evidente che non ci sarà alcun tipo di spettacolo conflittuale. Harris come candidata era già fatta e finita in 24 ore. La convention sarà uno spettacolo di unità e determinazione, e mi aspetto che sia almeno in parte efficace su questo fronte.
Durante la Convention repubblicana abbiamo osservato ad una setta di credenti più che un partito con i suoi sostenitori. Cosa si aspetta da loro?
La campagna di Trump è stata calibrata sulla corsa contro Biden. Ora modificherà il messaggio ma è stata presa in contropiede.