«Pazzesco». L’11 giugno 2020 Matteo Salvini commentava così un video che ritraeva un barcone precedentemente usato dai migranti che si era incagliato nelle reti di alcuni pescatori di Lampedusa. Altri tempi: allora il leader leghista sedeva trai banchi dell’opposizione e alzava spesso la voce guardando all’isola. Oggi è ministro delle Infrastrutture, dunque della guardia costiera, ed è anche a lui che si rivolgono quegli stessi pescatori del lembo più meridionale d’Italia.

Ieri, in una conferenza stampa organizzata dal deputato del gruppo misto Aboubakar Soumahoro, hanno portato la loro vertenza alla Camera: «Ogni volta che una motovedetta arriva al molo Favaloro con a bordo i naufraghi ma senza trainare il mezzo su cui viaggiavano significa che quello è affondato o affonderà nei giorni seguenti», dice Salvatore Martello, ex sindaco della maggiore delle Pelagie e presidente del consorzio dei pescatori.

Il problema «dura almeno da 15 anni, perché prima venivano riportati a riva, e va insieme a quelli che ci hanno creato i veri pacchetti sicurezza per il solo fatto di salvare le persone», hanno ricordato i lampedusani. Almeno tre le questioni aperte. La prima è relativa alla sicurezza della navigazione, quando il mezzo resta a galla. La seconda è ambientale, quando va a picco trascinando motore, camere d’aria, carburante e tutto il resto. La terza è lavorativa, perché negli scafi finiti sul fondale si impigliano le reti e questo provoca pericoli e danni per i pescatori.

«Chiediamo al governo di dar seguito all’ordine del giorno approvato alla Camera – ha aggiunto Piero Billeci, pescatore presidente Associazione Armatori Lampedusa – E gli chiediamo soprattutto di cambiare approccio: è fondamentale non lasciare più alla deriva le imbarcazioni dei migranti dopo i salvataggi».

L’odg è quello a cui l’Aula ha dato parere positivo il 29 dicembre scorso. A presentarlo sempre Soumahoro, che da tempo appoggia la vertenza. Il testo contiene due richieste: istituire un servizio di recupero delle imbarcazioni alla deriva al di fuori del porto di Lampedusa; garantire dei ristori a compensazione delle perdite subite dai pescatori dell’isola.

«Questi relitti, sia in mare aperto che nella zona del molo Favaloro, hanno provocato nel tempo gravi danni al delicato ecosistema marino dell’isola e alle coste, sommergendole di rifiuti», ha detto Soumahoro. E in effetti il problema ha un secondo versante, quello delle barche trainate in porto. Anche su questo punto il Salvini d’opposizione aveva girato dei video spot per attaccare la ex ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, salvo poi tenersi lontano dall’isola una volta diventato ministro. «Ogni tanto quelle barche vengono rimosse, ma poi si accumulano di nuovo – continua Martello – In più quando si riesce a ottenere un intervento di pulizia riguarda solo quelle segnate e non le altre affondate là davanti. Insomma nessuno bonifica mai quell’area».