La vittoria di Donald Trump è la conferma che le classi esistono e che vince chi sa interpretarne il conflitto. Bastava guardare gli spot conclusivi della campagna elettorale: da un lato una ricca borghese nel suo bel salotto soddisfatta di sé e pronta a promettere ai vincenti come lei che tutto sarebbe continuato così; dall’altro fabbriche chiuse e ghetti in rivolta e la promessa a una classe operaia messa ai margini e a una piccola borghesia spaventata e armata che tutto sarebbe cambiato. Dei sommovimenti profondi della società americana Trump ha raccolto l’eredità dei tea party, la loro carica antistatale...