Quando le prime volte sentii in TV e annunciato dai quotidiani, che all’Italia erano stati assegnati dall’Europa oltre 200 miliardi, che poi andarono a formare il famoso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pensai ingenuamente che finalmente sarebbero stati affrontati, se non proprio risolti, gli annosi problemi della sanità, della scuola e dell’università e chissà quanti altri ancora. Immaginai subito il sollievo di ex colleghi d’università che avrebbero finalmente visto l’ingresso di nuovi e giovani ricercatori fino ad allora precari e anche l’arrivo di preziose risorse per la ricerca. Pensai ancora che, accanto agli ospedali che versano nelle condizioni drammatiche...