I 40 minuti di Harris dal palco: tanti diritti sociali e poca guerra
Elettorale americana Mentre l'ultimo Kennedy va con Trump
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Il discorso di Kamala Harris alla convention democratica è andato esattamente come anticipato. Ha toccato tutti i temi su cui si basa la sua campagna elettorale e su cui è stata incentrata la convention: diritto all’aborto, diritto al voto e alla salute, tutela della classe media, delle minoranze, della comunità Lgbtq. Se in tutta la convention di Chicago è stato dato molto spazio ai sindacati, alleati di ferro usciti da questi quattro giorni schierati con Harris, ad aver fatto solo capolino è stato il tema della guerra a Gaza. «È ora il momento di un cessate il fuoco e di un accordo sugli ostaggi – ha ripetuto Harris – Quello che è successo negli ultimi 10 mesi è devastante. La sofferenza deve finire. Israele ha il diritto di difendersi e i cittadini della Palestina hanno il diritto di vivere in pace». Quando ha pronunciato la parola Palestina, si è scatenato quello che è stato forse l’applauso più fragoroso del discorso di accettazione.
«Non so se basterà – dice Beverly, 31 anni, attivista pro-Palestina – In questi giorni ho preso parte alle manifestazioni davanti al palazzo della convention. C’era una sorta di patto con i gruppi che arrivavano da fuori Chicago: non vogliamo scontri, vogliamo far sentire la nostra voce. Almeno in questo momento. Non avrei mai votato per Biden, anche se lo avevo fatto nel 2020, per Harris sono possibilista. Bisogna vedere cosa farà davvero, cosa dirà davvero. Alla convention non ha detto molto ma non mi aspettavo niente di diverso. Ora avrà più tempo per parlare e incontrare la comunità. Per ora ha pronunciato la parola Palestina che sembrava essere diventata tabù. È qualcosa ma è pochissimo».
Chi le parole non le ha perse è stato Donald Trump. Nei quaranta minuti di discorso di Harris, sul suo account di Truth social, the Donald ha pubblicato le sue reazioni in diretta. Ha postato 37 volte.
L’ex presidente ha iniziando quando Harris è comparsa scrivendo che si stava «preparando a essere giusto ma critico» nei confronti della “compagna”. Poi ha è partito subito, criticando il modo in cui è salita sul palco e si è avvicinata al podio, «dicendo troppi “grazie”». Ha poi inspiegabilmente scritto tutto in maiuscolo: «DOVE È HUNTER?», riferendosi al figlio di Biden.
Intanto si chiarisce dov’è Robert F. Kennedy jr: l’ultimo rampollo della “famiglia reale” democratica americana ha chiuso la sua campagna presidenziale e dichiarato che appoggerà Trump.
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