Helsinki, frontiere chiuse per evitare proteste e attentati
Verso il summit in Finlandia Secondo il moscovita Vzgljad «l’ipotesi di uno scambio tra riconoscimento de facto della unificazione della Crimea e il reintegro del Donbass nell’Ucraina sarebbe tornata in auge»
Verso il summit in Finlandia Secondo il moscovita Vzgljad «l’ipotesi di uno scambio tra riconoscimento de facto della unificazione della Crimea e il reintegro del Donbass nell’Ucraina sarebbe tornata in auge»
Ultima tappa del tour europeo per Donald Trump in Gran Bretagna, prima dell’attesa coda di lunedì a Helsinki dove si incontrerà con Vladimir Putin. Theresa May ieri ha salutato con favore l’incontro tra i due leader facendo buon viso a cattivo gioco sperando che l’imprevedibilità dell’inquilino della Casa bianca non preveda accordi con il suo omologo russo che taglino fuori gli europei su temi caldi come Ucraina, Siria e riduzione degli armamenti. Il governo finlandese ha deciso di sospendere gli accordi Schengen per evitare rischi terrorismo ma anche fastidiose manifestazioni pacifiste come quelle di Londra.
IL GRADO DI «IMPREVEDIBILITÀ» del summit di Helsinki – in realtà – sembra essere ridotto al minimo: da 2 settimane ci sono continui contatti tra gli staff russi e americani e ieri la Tass ha confermato un incontro riservato proprio a Helsinki tra Mike Pompeo e Sergey Lavrov, i capi diplomazia dei due paesi. Il programma prevede 8 ore di colloqui tra le delegazioni , un format inusuale per Trump abituato a incontri di 90 minuti e un colloquio «a due».
SE LE DICHIARAZIONI dei leader languono, qualche voce continua a circolare. Secondo il moscovita Vzgljad «l’ipotesi di uno scambio tra riconoscimento de facto della unificazione della Crimea e il reintegro del Donbass nell’Ucraina sarebbe tornata in auge». Si tratta di una soluzione adombrata dallo stesso Trump al vertice del G7 quando aveva destato scandalo tra gli alleati parlando di una «Crimea che parla russo».
Ma problemi a gestire una simile variante li potrebbe avere anche Putin: far rientrare nella bottiglia il genio del nazionalismo grande russo dopo averlo per lungo tempo evocato potrebbe provocare molti mal di pancia nell’opinione pubblica del paese. Ieri mentre Putin faceva gli onori di casa ai 30 capi di Stato e premier che stanno atterrando a Mosca per la finale del mondiale, ha parlato il suo portavoce Peskov. “Credo che le difficoltà di intesa siano aumentate dopo il fuoco di sbarramento di Trump contro la Germania a proposito della pipeline North Stream 2».
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