Gualtieri annuncia il termovalorizzatore. Sinistra, Verdi e 5 stelle in dissenso
Rifiuti Il progetto del nuovo inceneritore di Roma diventa un caso politico
Rifiuti Il progetto del nuovo inceneritore di Roma diventa un caso politico
Roberto Gualtieri ha deciso: Roma avrà il suo termovalorizzatore. Il sindaco lo ha annunciato ieri, prima nel corso di una riunione della sua maggioranza e poi al consiglio comunale convocato sul tema dello smaltimento dei rifiuti.
Ogni giorno la città produce quasi 5 mila tonnellate. Al momento si calcola che circa 3 mila tonnellate vengano trasportati a bordo di tir verso impianti fuori regione e anche all’estero. «Dobbiamo dotarci di impianti necessari per la quota di rifiuti indifferenziati residua anche una volta potenziata la differenziata – ha spiegato Gualtieri – Intendiamo seguire il modello degli impianti di valorizzazione energetica dei rifiuti e di superamento delle discariche». Il sindaco parla di un termovalorizzatore «a controllo totalmente pubblico» e assicura: «Avrà un impatto ambientale sostanzialmente nullo» e consentirà di «ridurre la Tari di almeno il 20%». Poi fa riferimento a una capacità di 600 mila tonnellate annue che dovrebbe ridurre del 90% la necessità di discariche, in questo modo aggirando il problema che affligge la capitale da quando la giunta di Ignazio Marino ha chiuso la discarica-monstre di Malagrotta.
Detto che in campagna elettorale Gualtieri non aveva mai parlato apertamente di un nuovo inceneritore (più volte aveva fatto riferimento al potenziamento dell’impianto Acea di San Vittore, provincia di Frosinone), resta da capire quale sarà la zona prescelta per insediare il nuovo termovalorizzatore. Si parla dell’estrema periferia meridionale di Roma tra il comune di Pomezia e i Castelli Romani. Non lontano da dove doveva essere aperta una nuova discarica.
La decisione di Gualtieri raccoglie il consenso delle opposizioni di Lega, Calenda e renziani ma lascia interdetta una parte della sua maggioranza. «Abbiamo sempre espresso, senza ipocrisia, la nostra contrarietà all’ipotesi di realizzare un inceneritore a Roma, soprattutto senza un piano adeguato per rafforzare fortemente la raccolta differenziata» dicono Michela Cicculli e Alessandro Luparelli, consiglieri di Sinistra civica ecologista, che dicono di voler «far valere le ragioni dell’ambientalismo e della sostenibilità, portando avanti una visione coerente che conduca Roma verso la transizione ecologica, all’insegna della lotta al cambiamento climatico come ci insegnano i movimenti come Fridays For Future». Protestano anche i Verdi.
Dissenso anche dal Movimento 5 Stelle. In Campidoglio, dove i grillini sono all’opposizione, e in Regione Lazio, dove esprimono l’assessora transizione ecologica Roberta Lombardi. Secondo Lombardi, l’impianto annunciato da Gualtieri non si può fare. «Il Piano rifiuti della Regione non prevede l’installazione di nuovi inceneritori – afferma – Un vincolo che vale per tutti i territori del Lazio, compresa Roma». Per Gualtieri, tuttavia, il vincolo di cui parla Lombardi «era frutto degli errori della precedente giunta capitolina, che ha trasmesso dati non reali e condizionato le scelte». Il riferimento è alla gestione di Virginia Raggi, che puntava tutto su riciclo e riuso ma che non ha ridotto la percentuale di rifiuti finiti negli impianti ordinari. «Stiamo lavorando con governo e Regione Lazio per permettere di chiudere il ciclo dei rifiuti, per ricorrere anche a procedure straordinarie, superando il Piano regionale», dice ancora il sindaco. Dalla Regione, il presidente Nicola Zingaretti approva: «Gualtieri ha avuto il coraggio e il merito di dire la verità: Roma deve essere autosufficiente in tempi brevi o rimarrà sotto i rifiuti per sempre. Rischia di essere sommersa anche in occasione del Giubileo».
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