Europa

Greenpeace: “Il piano dei trasporti Ue è senza ambizioni”

Cambiamenti climatici Le associazioni ambientaliste criticano il pacchetto di misure per il settore dei trasporti proposto dalla Commissione europea. La lobby dei costruttori di automobili ha colpito ancora

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 9 novembre 2017
L.Fa.MILANO

Mentre a Bonn proseguono i lavori della 23esima conferenza delle parti sul cambiamento climatico (Cop23) – è dell’altro giorno la notizia che anche la Siria di Assad aderirà all’accordo di Parigi – la Commissione europea ieri ha reso noto un pacchetto di misure per il settore trasporti che nelle intenzioni dovrebbe puntare a “una riduzione vincolante delle emissioni di CO2 di almeno il 40% da qui al 2030”. Per Greenpeace però si tratta di un piano che manca di una visione del futuro perché non punta su una mobilità condivisa alimentata soprattutto da fonti rinnovabili. Infatti, è magicamente sparita l’ipotesi di fissare una quota vincolante del 30% di veicoli a zero o basse emissioni entro il 2030 per ogni produttore di auto.

“Le misure previste dalla Commissione – spiega Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia dell’associazione – sono figlie di un’ossessione vecchia per l’autovettura con motore a combustione interna come mezzo principe per il trasporto passeggeri. I governi di molte città in Europa sono già anni luce avanti e stanno denunciando le pressioni delle lobby dell’auto sulla Commissione. Solo con meno auto sulle nostre strade, un impegno fermo per alimentarle con fonti rinnovabili e maggiore accesso a modelli di trasporto intelligenti e condivisi l’Europa potrà centrare i suoi obiettivi sul clima e migliorare l’aria che respirano i suoi cittadini”. Le emissioni di gas serra prodotte dal sistema dei trasporti, ricorda Greenpeace, in Europa sono in costante aumento dal 2013 e il trasporto su strada rappresenta ancora il 73% delle emissioni del settore trasporti (e l’automobile privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più inquinante). Adesso dovrebbe toccare ai governi nazionali e al parlamento europeo, si augura Andrea Boraschi, cogliere l’occasione di modificare le misure previste dalla Commissione.

Il tema controverso, tra gli altri, verrà approfondito nel prossimo vertice internazionale che si terrà in dicembre a Parigi con lo scopo di promuovere “progetti verdi” e studiare nuove forme di finanziamento ai progetti innovativi e sostenibili. E’ prevista la partecipazione di circa cento leader mondiali particolarmente sensibili ai temi ambientali. Uno solo sicuramente resterà a casa. “Donald Trump non è tra i leader invitati”, hanno fatto sapere le autorità francesi. Una delegazione degli Stati Uniti verrà comunque invitata a partecipare. Il titolo del vertice, pianificato dal presidente francese Emmanuel Macron in collaborazione con l’Onu e la Banca mondiale, è Make our Planet Great Again. L’assonanza con lo slogan trionfale di Mr.Donald non sembra puramente casuale. Parteciperanno circa duemila persone, tra cui organizzazioni non governative, fondazioni, banche, governi locali, sindaci e altri.

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