Fidel: «Grazie per gli auguri, ricambierò con le idee»

Parla di pace, ambientalismo e pericolo di guerre nucleari, Fidel Castro, nel discorso di ringraziamento per i festeggiamenti ricevuti in occasione del suo 90° compleanno. Nella riflessione resa nota a Cuba e intitolata «Il compleanno», ricorda il contesto in cui è nato, all’inizio del secolo scorso, e le condizioni di allora a Biran, nella regione orientale di Cuba, «conosciuta con quel nome anche se non è mai comparsa su una mappa».

Ricorda, poi, la prima protesta degli studenti dopo il colpo di stato di Batista (1952) nei 100 anni dalla nascita di José Marti, il 27 gennaio del 1953: la Marcia delle torce, che riunì le organizzazioni popolari e giovanili. Nessuna organizzazione – scrive Castro – era preparata alla lotta che gli studenti stavano organizzando: «C’era un disorientamento totale dei partiti politici che avevano capacità di mobilitazione delle masse, dalla sinistra alla destra al centro, per la politicheria che regnava nel paese». Poi, Fidel parla dei suoi studi, dell’importanza che ha avuto nella sua vita l’istruzione. «Il peggior danno che si possa fare a un bambino è fargli mancare l’insegnamento», dice.

«La specie umana – sostiene ancora – affronta oggi il rischio più grave della sua storia». E il monito che viene dal Novecento è quello di Hiroshima, per cui il presidente degli Stati uniti «avrebbe dovuto scusarsi durante la visita in Giappone». È per questo che occorre «martellare sulla necessità di preservare la pace affinché nessuna potenza si arroghi il diritto di uccidere milioni di esseri umani».

Infine, il leader cubano esprime la sua più profonda gratitudine per «le manifestazioni di rispetto e gli omaggi ricevuti in questi giorni, che mi danno forza per ricambiare attraverso le idee che trasmetterò ai militanti del Partito e agli organismi competenti».