Gpa, per discuterne bisogna abbassare i toni e ascoltarsi
Il dibattito sulla gestazione per altri, come quello sul suicidio assistito, o per altro verso sui migranti, è caratterizzato da un
notevole imbarbarimento dei toni. Difficile un confronto, si passa subito alla scomunica.
Se tentiamo di partire dalla realtà dei questi temi, si viene etichettate come sfruttatrici del corpo delle donne, assassine che predicano suicidi, disgraziate che vogliono l’Italia invasa dai migranti.
La realtà della gestazione per altri (Gpa) è assai composita ma pochi la spiegano: è vietata in Italia, Francia, Germania, Spagna, Austria, Svezia, Finlandia, Norvegia Polonia, Romania, Bulgaria. Altrove come in Russia, Sudafrica, Ucraina, Bielorussia, Georgia, Armenia e in 7 Stati Usa c’è una Gpa mercatista, costosa e basata sullo sfruttamento del corpo femminile, che da sempre tutte condanniamo. Esiste infine una Gpa altruista e solidale, in Canada, in altri 7 Stati Usa, Inghilterra, Grecia, Danimarca, Ungheria, India, Israele, Olanda, Portogallo. Caratterizzata da gratuità (salvo le spese sanitarie) e destinata solo ai cittadini di quel paese.
Da questo quadro emerge chiaro che proporre la Gpa come “reato universale” come fa il governo Meloni è vuota demagogia e soprattutto cosa impossibile da realizzare, data la sovranità legislativa di ogni Stato e da molti già esercitata. Dunque prima di tutto va respinta questa proposta delle destre. Cosi come dovrebbe preoccupare la deriva securitaria, la tendenza ad aumentare tutte le pene, a non riformare ergastolo ostativo e 41bis, e a continuare a tenere in carcere i figli delle donne carcerate, sono bambini anche quelli.
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Lgbtqi, per Strasburgo l’Italia è come l’UngheriaE allarma anche l’invenzione di sempre nuovi inesistenti o irrealizzabili reati (quello di rave party, di istigazione ad anoressia e bulimia, e i cosiddetti reati universali prospettati per immigrazione e Gpa).
Noi vediamo due possibili strade: la prima consiste nel regolare Gpa adottando il principio altruistico e solidale, senza scambio di denaro e con la possibilità della donna di cambiare idea fino all’ultimo momento, come hanno fatto molti degli Stati sopra citati e come propone l’Associazione Luca Coscioni nella sua proposta di legge che riteniamo una buona base di discussione.
In secondo luogo va rifatta dalle fondamenta la legge sulle adozioni, consentendole a tutte le coppie, anche a quelle omosessuali e sveltendone le procedure oggi lente e macchinose. Per noi due, che lo proponemmo in parlamento tanti anni fa, sarebbe auspicabile anche l’adozione da parte dei single.
Del tutto indipendente dal tema della GPA è invece quello del riconoscimento dei i bambini una volta nati. A tutti vanno riconosciuti status giuridico, genitori e diritti civili. A chi obietta che bisogna prima sapere “com’è arrivato quel figlio li” rispondiamo che questo interrogativo è per noi davvero irricevibile. Non si può discriminare alcun figlio, comunque sia venuto al mondo, negandogli i diritti primari. E ci auguriamo che i sindaci non si attengano alla richiesta del governo Meloni e continuino a registrare i figli delle coppie omogenitoriali, come molti avevano fatto sinora.
È uscito in questi giorni un appello di varie femministe di Arcilesbica, di alcune esponenti dell’Udi e di molte decine di altre femministe rivolto a Schlein perche’ si “schieri” sulla Gpa. Restano sullo sfondo, guerre e pace, cambio del clima, disarmo. Quanto al merito, nel testo dell’Appello rileviamo che si mescola il riconoscimento dei figli al tema Gpa. Anzi si confondono ad arte i due piani fino a sostenere indirettamente la posizione del governo quando si afferma, con una evidente forzatura, che il riconoscimento dei figli sarebbe un modo per legittimare la Gpa. Cosa non vera.
Per noi il tema principale non è cambiato, resta quello di sempre: il pieno riconoscimento della libertà femminile e la libera scelta di ogni donna sul proprio corpo. Per questo fatichiamo a comprendere il significato dell’imperativo usato nell’appello:“Nessuna regola sul corpo femminile!”.
Ci domandiamo, e lo chiediamo anche alle sottoscrittrici: la Legge 194 che le donne hanno voluto e che consente di interrompere una gravidanza senza rischiare la vita o la cancellazione dalla brutta legge 40 del divieto di fecondazione eterologa (cancellazione che ha consentito la nascita di migliaia di bambini in coppie caratterizzate da sterilità maschile) sono elementi di libertà o regole sul corpo delle donne che non andrebbero messe? Per noi sono assolutamente elementi di libertà.
Se non fosse cosi potrebbe accadere che a qualcuno venga in mente di chiedere l’abolizione della Legge194 reputandola una regola sul corpo femminile. Ci auguriamo di no. Ma in altri paesi, con vigorosi passi indietro, non possiamo dimenticare che sta accadendo.
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