Glifosato, un’altra sentenza condanna Bayer a risarcire un contadino ammalato di cancro

Il colosso della chimica tedesca Bayer, che probabilmente nel 2018 ha fatto il peggior affare della sua storia acquistando la statunitense Monsanto, è stato condannato da un Tribunale della Pennsylvania a risarcire con 78 milioni di dollari un contadino che si è ammalato di cancro in seguito all’uso prolungato del Roundup, il famigerato erbicida a base di glifosato prodotto dalla multinazionale.

Ricordiamo che l’Oms nel 2015 ha catalogato il glifosato (l’erbicida più utilizzato al mondo) come «potenzialmente cancerogeno», e che la Ue l’anno scorso ha comunque rinnovato l’autorizzazione al suo utilizzo. William Melisse, 51 anni, ha usato il Roundup ininterrottamente dal 1992 al 2020, anno in cui gli è stato diagnosticato un linfoma no-Hodgkin. L’anno successivo ha trascinato Bayer in tribunale.

La multinazionale della chimica tedesca ha reagito alla sentenza dicendo di non essere d’accordo con il verdetto, «poiché in conflitto con l’enorme peso delle prove scientifiche e con il consenso degli enti regolatori e delle loro valutazioni scientifiche in tutto il mondo».

In ogni caso le azioni del gigante farmaceutico proprio la settimana scorsa hanno subito un calo significativo (7 per cento in meno), in relazione a un altro caso giudiziario che verrà esaminato nello stato di Washington (tre insegnanti affermano di aver avuto danni cerebrali). Secondo un rapporto di «Bloomberg Intelligence», i contenziosi legali legati al Roundup potrebbero costare a Bayer più di 16 miliardi di dollari. La compagnia tedesca, che comunque si ostina a definire sicuro il suo prodotto, ha più di 57 mila casi non ancora risolti relativi al Roundup.