Gli emendamenti eterodossi di Forza Italia sull’accoglienza
Ddl sicurezza Proposte di modifica identiche a quelle delle opposizioni. L'esecutivo potrebbe andare sotto
Ddl sicurezza Proposte di modifica identiche a quelle delle opposizioni. L'esecutivo potrebbe andare sotto
Il decreto flussi all’esame della commissione affari costituzionali della Camera non diventa più solo il contenitore entro cui far confluire il decreto «Paesi sicuri». La presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentari, avvenuta martedì pomeriggio, apre una prospettiva politica inedita: infatti Forza Italia ha depositato alcune proposte di modifica “eterodosse”, che mirano a favorire l’integrazione degli stranieri che lavorano in Italia. Si tratta di emendamenti ufficiali e non dell’iniziativa del singolo parlamentare, dato che sono firmati dal responsabile immigrazione del partito, Alessandro Battilocchio, un fedelissimo di Tajani, oltre che dal capogruppo in commissione Paolo Emilio Russo. Quest’ultimo ha sottoscritto tre emendamenti per certi versi ancora più clamorosi: chiedono di sopprimere tre articoli del decreto che a loro volta abbassavano le garanzie degli stranieri nelle controversie sulla revoca dei permessi di soggiorno. Emendamenti soppressivi identici a quelli presentati dalle opposizioni, che la prossima settimana – quando si inizierà a votare – avranno l’occasione di provocare una spaccatura nella maggioranza, se appoggeranno le proposte di Fi.
Il primo emendamento Battilocchio, «in attesa di rilascio di permesso di soggiorno» al cittadino straniero che ne fa richiesta, consente «l’apertura di conto corrente al lavoratore straniero in possesso di passaporto e che abbia sottoscritto il contratto di soggiorno unitamente al datore di lavoro», e questo «al fine di garantire la tracciabilità dei flussi di denaro»; in buona sostanza per contrastare il lavoro nero e il caporalato. Il secondo emendamento prevede che «le associazioni di rappresentanza dei lavoratori stranieri, iscritte al Registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività in favore degli immigrati», possano «svolgere il compito di accompagnamento dei lavoratori in ingresso fino all’assunzione tramite percorsi informativi e canali di dialogo con prefetture e questure». La terza proposta mira all’integrazione del lavoratore straniero: chiede l’istituzione di un «Fondo a sostegno della formazione professionale e civico-linguistica degli stranieri», dotato inizialmente di 5 milioni per il 2024, a cui potranno accedere gli enti che presentino programmi di formazione professionale e civico-linguistica.
La commissione affari costituzionali è composta da 31 deputati (30 se non si conta il presidente che solitamente non vota, Nazario Pagano di Fi), di cui 18 del centrodestra, compresi 3 di Fi e due di Noi moderati. Se Fi, magari appoggiata da Noi moderati, insistesse sulle proprie proposte, le opposizioni avrebbero la possibilità di mandare sotto il governo e soprattutto di aprire un dibattito sulla condizione dei cittadini stranieri che vivono in Italia e sulla gestione dei loro ingressi.
Interessanti anche i tre emendamenti soppressivi di altrettanti articoli del decreto. Sono emendamenti garantisti, visto che mantengono l’attuale previsione che sia un giudice collegiale e non monocratico a pronunciarsi sulle istanze di revoca dei permessi di soggiorno, come invece vuole fare il decreto. Finalmente un garantismo a favore di chi ne ha bisogno.
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