24 a 27 è quel che si suol definire una sconfitta onorevole, ma quell’aggettivo, “onorevole”, è diventato col passare degli anni alquanto stucchevole. Di sicuro quella di oggi all’Olimpico è la sconfitta con il margine più stretto nella storia dei 31 confronti tra le due nazioni. L’Inghilterra resta una squadra che l’Italia non è mai riuscita a battere (l’altra è la Nuova Zelanda) ma questa volta Lamaro e compagni ci sono ci andati abbastanza vicino. Rimasta priva di Ange Capuozzo, bloccato da una gastroenterite, per un tempo la nostra nazionale ha giocato meglio, chiudendo la prima parte di gara avanti di tre punti ((17-14). Ha segnato due belle mete con Alessandro Garbisi (11’) e Tommaso Allan (26’) e per una buona mezz’ora ha messo in costante difficoltà il XV della Rosa, preso in velocità dalle folate d’attacco degli azzurri e incapace di articolare manovre offensive con la palla in mano. A tenere a galla gli inglesi sono stati i calci piazzati di George Ford e la meta di Elliot Daly (20’) ma soprattutto la maestria nel gioco al piede, i calcetti a spiovere che portavano pressione sulla retroguardia azzurra. Dopo essere stata sotto di ben nove punti l’Inghilterra si è riportata sotto sfruttando la potenza dei suoi avanti e qualche fallo di troppo di una difesa azzurra in affanno sotto i colpi di maglio degli attacchi multifase avversari. Un dato su tutti: nei rimi quaranta minuti di gioco gli inglesi avevano speso quattro falli ma quasi tutti a distanza di sicurezza dai propri pali; l’Italia cinque, ma tre di questi erano costati ben 9 punti dalla piazzola.

IL SECONDO tempo non ha confermato quel che di buono si era fin lì visto. La nazionale italiana si è disunita, ha perso accuratezza nella gestione del pallone, ha sofferto sulle rimesse e soprattutto ha subito il gioco al piede degli inglesi, che fossero calcetti a spiovere “in the box” o calci a lunga gittata. Su ogni pallone spiovente arrivava la pressione inglese e l’Italia è finita in apnea. Arrivava così la meta del sorpasso di Mitchell (44’) e arrivavano altri due piazzati di Ford (53’ e 66’) che portavano a 10 punti il vantaggio degli uomini in bianco: 27-17. Tra gli azzurri dominava il disordine, la squadra aveva perso i suoi punti di riferimento, gli ancoraggi sicuri. Anche Tommaso Allan, fino a quel momento chirurgico dalla piazzola, sbagliava un facile penalty al 58’ che a conti fatti avrebbe fatto la differenza. Il gioco inglese era semplice, pratico, basico: poche cose ma fatte bene, con Mario Itoje e l’esordiente Ethan Roots a dominare i breakdown, ben supportati da tutto i compagni di reparto. Al 75’ arrivava un cartellino giallo per Daly (sgambetto su Menoncello) che sei minuti dopo veniva pareggiato con quello rifilato a Michele Lamaro. All’80’ l’Inghilterra era avanti, con dieci punti di vantaggio, lontana dal punto di bonus (aveva segnato soltanto due mete), ma decideva di intignarsi alla ricerca di un’altra segnatura: sbagliava, invece, perdeva il possesso e gli azzurri potevano ripartire in campo aperto, lanciando Monty Ioane verso la terza meta. Allan trasformava e si chiudeva all’83, con il punteggio di 27 a 24: l’Inghilterra non guadagnava nessun punto aggiuntivo di bonus ma ne regalava uno agli azzurri.

QUELLA VISTA ieri non è una grande Inghilterra. Nel suo bagaglio tecnico e tattico mancano molte opzioni e va ora misurata nel confronto con squadre più attrezzate. L’Italia ha fatto il possibile e anche qualcosa di più: sta cominciando un nuovo ciclo e deve migliorare in molte cose, soprattutto deve riuscire a non perdersi quando il ritmo del gioco si fa più soffocante. Domenica prossima sarà a Dublino, contro un’Irlanda fortissima che ieri venerdì sera ha travolto la Francia a Marsiglia con il punteggio di 38 a 17 e si è già candidata per il successo finale in questo Sei Nazioni.  A Cardiff la Scozia è uscita vincente per un solo punto (27 a 26) dalla sfida con il Galles. I padroni di casa, sotto di 27 punti hanno tentato una rimonta disperata, complici due cartellini gialli che hanno costretto gli ospiti a disputare il venti minuti del secondo tempo in inferiorità numerica.

 

Classifica: Irlanda 5; Inghilterra e Scozia 4; Galles e Italia 1; Francia 0.