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Gli azzurri attendono la Francia

Gli azzurri attendono la FranciaCampagnaro in azione

Sport Domani quarto turno del Sei Nazioni di rugby con l'Italia a sfidare i cugini d'oltralpe all'Olimpico di Roma. Il team di Guy Novès ci è superiore ma non è uno schiacciasassi

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 11 marzo 2017

Quarto turno del Sei Nazioni di rugby, il penultimo. La classifica vede l’Inghilterra al comando (13 punti) e in corsa per il Grande Slam. Più sotto l’Irlanda (10), che stasera gioca a Cardiff (Dmax, 20.50) e che sabato prossimo ospiterà proprio gli inglesi nel match che tutti ritengono decisivo per le sorti del torneo. La Scozia è terza con 9 punti, Galles e Francia sono fermi a 5, ultima l’Italia inchiodata a zero punti, candidata tanto al cucchiaio di legno quanto al whitewash, l’espressione gergale che indica la squadra “imbiancata” perché ha perso tutte le partite.

Domani (sabato) gli azzurri attendono la Francia all’Olimpico (Dmax, 14.30). I tre match finora disputati hanno visto un dignitoso primo tempo con i gallesi cui è seguito un crollo nella ripresa, una totale débacle con gli irlandesi e la sconfitta a Twickenham contro gli inglesi, con un primo tempo chiuso avanti e un crollo verticale nel secondo. In queste tre partite l’Italia ha subito 18 mete, di cui 13 nella ripresa, segnandone appena 4. Il principale punctum dolens è dunque la tenuta della squadra per tutti la durata della partita e su questo molto ha insistito Conor O’Shea in queste ultime due settimane. Reggere ottanta minuti non è soltanto un fatto atletico ma anche e soprattutto mentale, significa tenere alta la concentrazione e riuscire a interpretare fino alla fine il proprio piano di gioco. Il gap tecnico tra il rugby italiano e quello delle grandi nazioni è innanzitutto questo (ce ne sono anche altri ma è su questo specifico aspetto che gli azzurri devono migliorare da subito) ed è qui che puntualmente si spalanca il baratro: se l’avversario prende il largo nel punteggio la nostra nazionale non è per ora in grado di recuperare.

La Francia ci è superiore. Non è uno schiacciasassi e infatti ha perso sia con gli inglesi (di misura) che con gli irlandesi, ma di tutte le squadre del torneo è probabilmente quella più potente fisicamente. Deve però dare continuità al proprio gioco e ritrovare la sua identità. Dopo la finale mondiale del 2011, quando fu sconfitto per un solo punto dagli All Blacks, il XV del France ha conosciuto una vera e propria discesa agli inferi: mai oltre il quarto posto nel Sei Nazioni, cucchiaio di legno nel 2013, umiliato alla coppa del mondo 2015 con una delle peggiori sconfitte di sempre (62-13 dagli All Blacks nei quarti). Ora è in ripresa, grazie anche al lavoro di Guy Novès, una vita sulla panchina dello Stade Toulousain prima di essere chiamato dalla federazione per riportare qualità e armonia in nazionale.

Non è più la Francia del rugby-champagne, non ci sono più il guizzo fulminante, il genio e l’eleganza che hanno connotato le stagioni migliori dei coqs, ma la linea dei trequarti può giovarsi dell’esuberanza fisica di Nakaitachi e Vakatawa, le due ali figiane, mentre i due centri Lamerat e Fickou sono tanto efficaci nel difendere quanto nell’attaccare. Da seguire il ventiduenne Baptiste Serin, mediano di mischia di grande eleganza che molti considerano la grande speranza del rugby d’oltralpe. In mischia chiusa la maestria della prima linea Baille-Guirado-Slimani è una garanzia.

Per l’Italia è una sfida difficile ma non impossibile. Serve però una di quelle prove di carattere come ogni tanto Parisse e i suoi riescono a tirare fuori, diciamo qualcosa di simile a quanto mostrato a novembre con la vittoria contro gli Springboks. Vuol dire sbagliare il meno possibile, mantenere la concentrazione e l’equilibrio tra i reparti, evitare tanto i falli quanto quei placcaggi sbagliati che ogni volta sono pagati a carissimo prezzo. Qualche segnale positivo c’è, a cominciare dalla nostra trequarti. A Twickenham, oltre a un tattica innovativa nei raggruppamenti – la rivedremo anche domani all’Olimpico? – che per quaranta minuti ha messo in crisi l’organizzazione di gioco inglese, abbiamo visto uno splendido Michele Campagnaro, autore di una meta da autentico fuoriclasse, e un Giovambattista Venditti assai cresciuto rispetto al giocatore potente ma discontinuo di qualche anno fa.
Rispetto al match di Londra non ci sarà Tommaso Allan, infortunatosi proprio contro gli inglesi. Carlo Canna garantisce maggior precisione nei calci ma anche minor capacità difensiva. All’ala rientra Angelo Esposito mentre Leonardo Ghiraldini ritrova il suo posto nel ruolo di tallonatore.

Queste le formazioni:
Italia: Padovani; Esposito, Campagnaro, McLean, Venditti; Canna, Gori; Parisse, Favaro, Steyn; Van Schalkwik, Fuser; Cittadini, Ghiraldini, Lovotti. In panchina: D’Apice, Panico, Chistolini, Biagi, Mbanda, Bronzini, Benvenuti, Sperandio.
Francia: Dulin; Nakaitaci, Lamerat, Fickou, Vakatawa; Lopez, Serin; Picamoles, Gourdon, Sanconnie; Maestri, Ledevedec; Slimani, Guirado, Baille.

L’ultima partita della quarta giornata si gioca al Twickenham (Dmax, 17.00) e vede in campo Inghilterra e Scozia con in palio la tradizionale Calcutta Cup.

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