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Gli atenei di Marche, Umbria, Abruzzo sono a rischio per 41 milioni di tagli

Gli atenei di Marche, Umbria, Abruzzo sono a rischio per 41 milioni di tagliStudenti a lezione all'università di Perugia

Il caso I rettori di otto atenei denunciano gli effetti della cura Bernini-Meloni. Allarme da Trieste a Cagliari. E' l'inizio dei "sacrifici" annunciati dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: la più colpita sarà la pubblica amministrazione, a cominciare dall'università. Il 25 ottobre assemblea alla Sapienza contro l'austerità

Pubblicato circa 2 ore faEdizione del 9 ottobre 2024

Il governo Meloni sta tagliando 41 milioni e 700 mila euro agli otto atenei delle Marche, dell’Umbria e dell’Abruzzo mettendoli in una situazione «insostenibile» tale da «compromettere la possibilità di continuare a garantire un’istruzione pubblica di qualità».

L’allarme è stato lanciato ieri dai rettori Graziano Leoni (Camerino), Liborio Stuppia (Chieti-Pescara), Edoardo Alesse (Aquila), John Mc Court (Macerata), Maurizio Oliviero (Perugia), Gianluca Gregori (Politecnica delle Marche), Dino Mastrocola (Teramo), Giorgio Calcagnini (Urbino).

I rettori parlano di una «dissimulazione» operata dal ministero guidato da Annamaria Bernini (Forza Italia). Il meccanismo è stato spiegato in questi termini: il taglio delle risorse è avvenuto in un momento in cui il costo del personale (docente e amministrativi) è aumentato del 4,8% a causa degli adeguamenti salariali per l’inflazione. Tagliare 41 milioni complessivamente significa spingere gli atenei a prendere i (pochi) soldi a disposizione da altre voci di bilancio al fine di garantire i diritti dei lavoratori. Probabilmente questo spingerà a tagliare i servizi degli studenti, la ricerca, oltre che ad aumentare le tasse.

In base alle regole di bilancio capestro lasciate in eredità dalle «riforme» Gelmini volute dal governo Berlusconi (2008-2011) – allora all’università fu tagliato un miliardo di euro – gli atenei marchigiani, umbri e abruzzesi dovranno anche evitare di superare l’80% del contributo ricevuto dall’Ffo: «Superarlo – sostengono i rettori – porterà gli atenei in una situazione di squilibrio economico che potrebbe compromettere il loro funzionamento». I rettori temono di dovere affrontare «gravi difficoltà anche solo per la copertura dei costi del personale già in servizio». Particolarmente grave è la situazione dei quattro atenei delle Marche: «Avranno una riduzione del 3% del Ffo, la media nazionale è meno 2%» ha denunciato la Flc Cgil Marche.
Sono gli effetti del taglio di oltre 500 milioni di euro complessivi all’università. Stando al decreto ministeriale dell’Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) pubblicato il mese scorso il taglio è composto da: 173 milioni in meno al fondo; 340 milioni non assegnati alle coperture aggiuntive. A questi tagli potrebbe aggiungersi la mancata copertura di 300 milioni per gli aumenti al personale. Risultato: dall’assegnazione dei fondi a tutti gli atenei italiani sta emergendo negli ultimi giorni una riduzione generalizzata delle risorse, con poche eccezioni.

Un analogo allarme era arrivato la settimana scorsa da parte dei rettori di Firenze, Pisa e Siena. In Sardegna il taglio sarà quasi di 4 milioni di euro per l’ateneo di Cagliari, di oltre 2 milioni per Sassari ha fatto sapere il parlamentare del Pd Silvio Lai. Allarme anche in Friuli Venezia Giulia: Udine avrà 1,5 milioni in meno, a Trieste ci sarà un taglio di oltre 3 milioni ha calcolato Furio Honsell, ex rettore a Udine e consigliere regionale di Open Sinistra Fvg. È solo l’inizio di quello che il ministro dell’economia Giorgetti ha chiamato «sacrifici». La più colpita, lo ha già detto chiaramente, sarà la pubblica amministrazione. A cominciare dall’università.

La situazione è in evoluzione dopo che l’allarme è stato lanciato in estate. Il 25 ottobre alla Sapienza di Roma ci sarà un’assemblea nazionale per organizzare la protesta (ne abbiamo parlato su Il Manifesto, 8 ottobre). Altre iniziative assembleari sono annunciate. Sono molte le società scientifiche che si mobiliteranno nelle prossime ore.

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