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Giovanna Ricoveri, l’ecologia è la politica

Giovanna Ricoveri, l’ecologia è la politica

Addio all’ambientalista e sindacalista La sua vita e il suo impegno nel continuo confronto con Giorgio Nebbia, James O’Connor, Elinor Ostrom, Valentino Parlato, Vandana Shiva

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 6 agosto 2024

Sindacalista e ambientalista, traduttrice e studiosa, pioniera dell’ecologia politica. Giovanna Ricoveri è morta nella notte tra sabato 3 e domenica 4 agosto. Insieme a Valentino Parlato tentò di ricategorizzare il pensiero della sinistra, partendo dalla questione ambientale. Portò in Italia il pensiero di James O’Connor e diresse per molti anni la rivista Cns – Capitalismo Natura Socialismo (diventata poi Ecologia Politica – Ricerche per l’alternativa), affiliata alla capostipite Capitalism Nature Socialism, fondata negli Stati uniti da O’Connor e alla rete internazionale di riviste gemelle, dirette da Juan Martinez Alier e Jéan-Paul Déleage.

La continua ricerca per l’alternativa è stata la cifra dell’impegno intellettuale di Giovanna Ricoveri. La sua ecologia politica metteva al centro la relazione tra le scelte della politica e le leggi della natura, dando importanza allo stesso tempo al modo di funzionamento degli ecosistemi, alle leggi che li governano, e al ben vivere delle persone, alla giustizia e alla equità. L’uno non può prevaricare sull’altra: non ci può essere armonia del vivente senza giustizia ed equità tra persone e non ci possono essere giustizia ed equità senza rispetto dei limiti della natura.

Una idea di ecologia politica con tante influenze. Quella di Giorgio Nebbia, ecologo e professore di merceologia, osservatore del funzionamento della vita sul pianeta, come circolazione di materia e di energia dai corpi naturali (aria, acqua, suolo) agli esseri viventi (animali e vegetali).

Giorgio Nebbia interpreta la crisi ecologica con la formula M-N-M – merci, natura, merci – ovvero l’idea che la produzione di merci non avviene a mezzo di denaro né di altre merci, ma a mezzo di natura e di risorse naturali, abbondanti ma non illimitate. Da Nebbia, Giovanna Ricoveri viene influenzata nella attenzione che gli elementi naturali e il vivente non umano hanno nella sua analisi. Partire sempre dalla natura, come modo per scongiurare la tentazione di strumentalizzarla in funzione della critica del capitalismo. Anche se un’altra influenza, determinante nell’interesse di Giovanna per l’ecologia politica, è quella di O’Connor.

Economista e sociologo statunitense, suo professore nel periodo di studi negli Stati uniti, divenuto celebre per due grandi intuizioni: la prima, nota come teoria della crisi fiscale dello stato; la seconda, come seconda contraddizione del capitalismo.

Quest’ultima è al centro dell’ecologia politica, nel momento in cui postula una contraddizione tra capitale e natura, che articola e mette in crisi quella tra capitale e lavoro. Contraddizione genererà tensioni tra la tradizione marxista e il nascente eco-marxismo, del quale Valentino Parlato e Giovanna Ricoveri provano a ibridare la sinistra nostrana, a partire dalla partecipazione di O’Connor al Festival de L’Unità di Genova nel 1989.

Con O’Connor, Giovanna muove la critica al capitalismo e alla sua incessante accumulazione, sposando però, a differenza di tanti altri, la prospettiva dei beni comuni. Ovvero l’idea che il problema di fondo del capitalismo sia la continua mercificazione della natura e la continua produzione di enclosure tese a trasformare i beni comuni in proprietà privata e in merci. In dialogo con Elinor Ostrom, Giovanna ripropone un altro modo di possedere la natura, scavando tra le tante vecchie e nuove forme di gestione dei beni naturali su base collettiva.

La terza influenza è Vandana Shiva. Il ritorno alla terra negli studi e negli interessi di Giovanna ha tanto a che fare con il dialogo con Vandana Shiva, che apre l’ecologia politica allo sguardo dei Sud del mondo, alla critica alle tecnologie inappropriate e alla proprietà intellettuale, militando per la difesa della biodiversità coltivata da milioni di contadini nel mondo.
Queste prospettive di analisi hanno trovato spazio nella tormentata storia della rivista Cns-Ecologia Politica e si ritrovano anche nell’ecologia politica che si sta strutturando in anni recenti nella ricerca accademica e in nascenti collettivi politico-culturali, segnale che i semi gettati da Giovanna stanno dando i loro frutti.

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