La notizia della morte di Giovanna è arrivata come un lampo a lacerare e a interrogare il vuoto e il buio di questo nostro tempo doloroso. Una stagione di sofferenza anche per la «sua» musica popolare. «Siamo dei sopravvissuti – mi diceva spesso – in questo paese sempre più scollato che fatica a riconoscersi». Però non si fermava, nonostante la difficoltà a leggere le note, le ginocchia affidate alle stampelle e l’artrite che complicava il movimento delle dita sui tasti della chitarra. Tutto questo non la fermava, anzi aggiungeva bellezza e tenerezza al suo canto e alla sua persona. Così...