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Giovani, attivisti, pure i conservatori: la grande fuga verso l’Europa

Giovani, attivisti, pure i conservatori: la grande fuga verso l’EuropaDue ragazzi turchi a Akcakale – Emrah Gurel/Ap

Turchia Emigrazione turca in costante crescita. L’Italia è la quarta meta preferita. Tanti i motivi: studio, asilo politico, lavoro

Pubblicato circa un anno faEdizione del 16 luglio 2023

Negli ultimi anni si registra una nuova ondata di emigrazione dalla Turchia verso il resto del mondo. Tra i motivi che spingono  a partire senz’altro ci sono quelli politici.

La Turchia è spesso al centro del dibattito pubblico per la mancanza diffusa di libertà di espressione. Formazioni politiche d’opposizione,  mondo accademico, avvocatura e giornalismo sono in cima alla lista delle categorie più colpite dal regime. Secondo Eurostat, nel 2022 le richieste di asilo politico avanzate da parte di cittadini turchi in Europa sono state 49.720. Un aumento del 64% rispetto il 2021. Così la Turchia è salita alla quarta posizione nella lista dei paesi che presentano il maggior numero di richieste di asilo. I cittadini turchi si rifugiano principalmente in Germania, ma anche l’Italia è diventato un paese attraente sempre secondo Eurostat, è alla quarta posizione tra le destinazioni preferite.

Ma  i motivi politici non sono più gli unici a spingere a cercare rifugio all’estero. Secondo Nikolaus Meyer-Landrut, capo della delegazione per le relazioni dell’Ue con la Turchia, la profonda crisi economica è ormai uno dei principali motivi: «Insieme all’aumento di asilo registriamo un aumento anche nelle richieste di un visto turistico regolare. Il quadro attuale del paese ci chiede un severo controllo sulle richieste e questo allunga i tempi per il rilascio dei visti. Inoltre le richieste di garanzia, per via della crisi economica, spesso non sono soddisfatte, per cui aumentano anche i dinieghi. Contemporaneamente vediamo un aumento notevole anche nel numero delle persone provenienti dalla Turchia che entrano in Europa con i documenti falsi». I turchi ormai provano di tutto pur di fuggire dalla Turchia.

La profonda crisi economica in atto spinge le persone di diversi ceti a cercare un futuro migliore altrove, per sé e per i loro soldi. Secondo Gery Ennis, presidente provinciale della Barrat Developments, una delle più grandi società di sviluppo di immobili residenziali nel Regno unito, gli investimenti di cittadini turchi nel campo dell’immobile, solo a Londra, sono cresciuti di circa il 50% nel 2022. «Più del 70% degli acquisti è destinato a rendita attraverso il mercato delle locazioni. Il restante 30% compra immobili per viverci oppure per i figli che studiano qui».

Studiare all’estero è diventata una delle vie per lasciare la Turchia. Tra le destinazioni preferite c’è anche l’Italia. Se fino al 2015 il numero degli studenti turchi iscritti a un corso di laurea cresceva ogni anno del 3-4%, dal 2018 al 2022 la crescita è schizzata quasi al 30%. I numeri sono consultabili sul sito del Miur ma anche le esperienze sul campo confermano la tendenza.

Ecem Sezginer studia medicina in lingua inglese all’Università di Torino dal 2017. Ha un profilo Instagram, medstudent, e offre consulenza anche agli studenti turchi che vorrebbero studiare in Italia. Anche lei ha notato un aumento importante del desiderio di studiare all’estero tra i suoi concittadini: «In Italia ci sono 14 corsi di laurea in medicina in inglese. Sono tutte università statali e, a differenza di altri paesi europei, non è necessario essere iscritti in Turchia nello stesso corso per poter iniziare a studiare qui. Questa situazione vantaggiosa aumenta l’interessamento degli studenti turchi verso l’Italia». Secondo Ecem, l’aumento è dovuto anche al desiderio di costruire un futuro stabile e sicuro all’estero: «Sono sempre di più le richieste di informazione che ricevo e provengono da diversi ceti sociali. L’interessamento è sui corsi in medicina, architettura, moda, design e ingegneria». D’altra parte Ecem tiene a sottolineare che nonostante l’aumento, in Italia ci sono ancora delle forti barriere burocratiche per accedere al mondo del lavoro una volta concluso il percorso accademico.

Uno degli atenei che registra la notevole crescita è il Politecnico di Torino. Il numero degli iscritti annuali è salito da 183 a 539, dal 2019 al 2023, una crescita pari al 33%. Anche la grande Milano ovviamente è tra le città attraenti per i futuri studenti turchi ma anche per le loro famiglie in cerca di una vita migliore. Levent e Alessandro vivono a Milano e hanno iniziato nel 2015 ad aiutare gli studenti nel loro percorso di iscrizione universitaria. Nel 2022 la loro esperienza si è trasformata in Galileo Srl: «Da 20 studenti all’anno siamo arrivati a più di 180 clienti. Inoltre seguiamo anche le famiglie dei ragazzi che decidono di comprare case oppure aprire nuove attività commerciali in Italia. Il volume di acquisto cambia, come il profilo del cliente». Secondo Levent non sono solo persone con idee diverse dal governo a lasciare la Turchia ma anche i conservatori o persone vicine al partito al governo: «La situazione economica e le condizioni della vita sociale spingono tante persone a provare a costruire una nuova vita all’estero. La gente è disperata». Secondo Nikolaus Meyer-Landrut, nel 2022, l’Ue ha iniziato a notare le prime richieste di asilo politico presentate da studenti turchi che hanno concluso il loro periodo di Erasmus in Europa. Nel mese di agosto 2022 il ministero dell’istruzione turco aveva mandato un circolare a tutte le scuole pubbliche chiedendo di non inserire, nei progetti europei, gli studenti e gli insegnanti che hanno «alta possibilità di chiedere asilo in Europa».

I dati e le esperienze dimostrano quindi che c’è una forte tendenza a lasciare la Turchia e cercare stabilità e serenità all’estero. Questa ricerca non è più riservata a uno stretto gruppo di oppositori ma coinvolge un vasto ed eterogeneo gruppo di persone che per motivi diversi non vogliono più vivere in Turchia.

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