foto del relitto del DC9 Itavia a Pratica Di Mare
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Giorno della memoria, che non sia solo retorica

Il relitto del DC9 Itavia a Pratica Di Mare – Ansa

Ustica e non solo Ricordare le vittime del terrorismo significa anche rendere omaggio a quanti, in questi anni, non hanno mai smesso di credere nelle istituzioni e di cercare la verità

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 8 maggio 2022

Domani, lunedì 9 maggio, sarà celebrato alla Camera, alla presenza del Capo dello Stato, il «Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale e delle stragi di tale matrice» istituito per legge dal Parlamento e sostenuto con grande partecipazione dal Presidente Giorgio Napolitano.

Dovrà essere non una retorica celebrazione ma un momento di ricordo, di consapevolezza e di precisi impegni.

«Ricordare è un dovere. Ricordare le strategie e le trame ordite per destabilizzare l’assetto costituzionale, le complicità e le deviazioni di soggetti infedeli negli apparati dello Stato …..» ci ha insegnato il presidente Mattarella.

Ma oggi ricordare deve anche essere rendere omaggio e essere fattivamente al fianco di quanti (parenti, famigliari più stretti, amici), che con varie forme organizzative, hanno voluto non piegarsi alla violenza, alla rassegnazione e al dolore e hanno agito sempre, non per vendetta, ma perché la memoria fosse presidio alla vita democratica; essere a fianco di tutti coloro, insomma, che hanno voluto continuare a credere nelle istituzioni, nella Magistratura, nella convivenza civile, nel rispetto delle leggi, per il bene della società tutta e della democrazia.

E dobbiamo pur dire che questo percorso, ancor oggi, non è facile, ma pieno di solitudini, di amarezze, difficoltà di ogni tipo: molte volte parenti o amici si sono sentiti soli, non considerati, non debitamente ascoltati, nemmeno protetti nelle ferite materiali.

Ricordare, in questa giornata di memoria, un percorso terribile di sangue, ma nello stesso tempo saper valorizzare un impegno civile difficile e tormentato.

Si può dire che questo impegno, tra l’altro, ha portato, proprio in questi giorni, alla sentenza di Bologna per la strage del 2 agosto: una sentenza davvero importante e perché ci dà luce su i collegamenti che hanno armato le mani assassine e perché è anche il frutto della tenacia, dell’operare complessivo con gli strumenti giudiziari, ma anche con la ricerca e la documentazione, da parte dell’Associazione dei Famigliari.

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E intanto questo ci porta al ruolo della Magistratura alla quale dobbiamo continuare a chiedere giustizia sui tanti episodi ancora senza risposte o senza risposte soddisfacenti.

Perché è pur vero che nel tempo sono state accertate responsabilità dirette e indirette, che gli autori dei delitti sono stati sottoposti a processi e condanne. Ma non ovunque è stata fatta piena luce.

La verità deve restare un diritto, oltre che un dovere per le istituzioni.

E allora voglio segnalare il caso della strage di Ustica: dal 2008 è aperta una inchiesta della Procura di Roma; le indagini sono state riaperte dopo che il presidente emerito Cossiga ha rivelato che è francese la responsabilità della scomparsa di 81 cittadini italiani nei mari del Tirreno.

È il momento di richiamare la Magistratura a completare il suo impegno, sono già trascorsi altri 15 anni! sottolineando «nello stesso tempo il dovere di tutte le istituzioni a sostenere le indagini per accertare responsabilità, nazionali ed internazionali, rimaste coperte da inquietanti opacità e ombre», come scrive il Presidente Mattarella.

Abbiamo un grande debito con la Storia del nostro Paese che deve poter leggere e studiare, senza veli e remore, il tragico periodo che ha portato sangue, dolore, attacchi alla democrazie e alla stessa dignità nazionale.

Un grande debito che dobbiamo colmare per le Vittime e per la nostra coscienza.

Le Direttive del Governo, prima Renzi e poi Draghi dovevano contribuire ad un corretto inquadramento storico delle tante vicende; oggi non si deve tacere che i risultati non sono ancora positivi.

Le Associazioni dei Parenti da otto anni cercano di contribuire ad una adeguata e positiva realizzazione, ma manca ancora troppa documentazione. Manca qua e là la volontà di attuazione, emergono inaspettate e inaccettabili lacune, addirittura non si ha notizia di importanti Archivi.

L’attuale Governo si è particolarmente impegnato a mettere in campo una nuova determinazione ma, soprattutto oggi, bisogna affermare che non si può pensare di onorare le Vittime senza che le loro vicende siano documentate e ricostruite nell’appuntamento con la Storia, chiamando fattivamente in campo anche il mondo della ricerca e dell’Università.

Come si deve concretamente considerare impegno imprescindibile, perché la Memoria passi alla giovani generazioni, chiedere al Miur ogni sforzo, dopo la terribile esperienza della pandemia e pur nelle difficoltà dell’insegnamento della Storia, affinché queste tematiche siano una costante e qualificante presenza nel percorso educativo.

* Presidente Associazione Parenti Vittime Strage di Ustica

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