Buio. Nero. Sette grandi schermi appesi sghembi, inclinati. Lo spettatore viene avvolto dalla mostra. Rumore di esplosione, scorrono le immagini di un bianco e nero definito, saturo. L’opera non si guarda semplicemente, ma ci si trova immersi per seguire una narrazione e rivivere un dramma che riemerge dall’acqua. Una memoria che torna a galla e ogni volta si rinnova, una memoria che si ricompone mettendo insieme i pezzi rotti, incrinati, consumati come quelli della carcassa del DC9 Itavia. È la mostra Nino Migliori. Stragedia che inaugura oggi, nel quarantesimo anniversario della strage di Ustica in cui morirono ottantuno persone, nello...