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Giordania alle urne. Sul voto pesa la guerra nella Striscia di Gaza

Giordania alle urne. Sul voto pesa la guerra nella Striscia di Gaza

Medio Oriente Le prime elezioni dopo la riforma. Solo tre seggi in più per la rappresentanza femminile

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 11 settembre 2024

Ieri la Giordania si è svegliata con l’appuntamento alle urne, il primo dopo le riforme costituzionali del 2022 per l’ammodernamento del sistema politico del Paese. Verranno scelti i 138 membri che della Camera bassa del ventesimo parlamento giordano, eletti direttamente dai cittadini ogni 4 anni. Il sistema di rappresentanza proporzionale a lista aperta (Olpr) consente ai giordani di votare i singoli candidati della lista di un partito, che concorreranno in 18 distretti locali per esercitare il potere legislativo. I 65 membri della Camera alta del parlamento, invece, vengono nominati direttamente dal re Abdullah II. Uno degli obiettivi delle riforme al sistema parlamentare giordano mira a rafforzare il ruolo dei partiti politici in un Paese in cui l’affiliazione tribale gioca un ruolo politico dominante. Un altro vuole aumentare la rappresentanza femminile al parlamento. Alcune associazioni femministe denunciano che le misure introdotte favoriscono solo in apparenza la partecipazione delle donne: i seggi loro riservati  sono aumentati da 15 a 18. Rispetto alle ultime elezioni il numero dei seggi riservati ai cristiani è passato da nove a sette, quello per le minoranze cecena e circassa da tre a due.

A quasi un anno dall’occupazione israeliana nella Striscia di Gaza, la Giordania e i suoi 11 milioni di abitanti a maggioranza palestinese vivono un momento di grande tensione. La guerra in corso ha avuto degli effetti significativi sul Paese. Moltissimi sono scesi in piazza in questi mesi nella capitale Amman e non solo per manifestare solidarietà ai palestinesi di Gaza. L’8 settembre un uomo a bordo di un camion si è avvicinato all’area di Allenby, al confine tra Giordania e Cisgiordania occupata e ha aperto il fuoco contro le forze di sicurezza israeliane che controllavano il ponte. Tre civili israeliani sono stati uccisi, secondo quanto riportato dall’esercito di Tel Aviv. La guerra ha colpito i settori chiave dell’economia giordana, già strutturalmente deboli: nel primo trimestre di quest’anno il turismo è diminuito del 10 percento e le attività nel porto di Aqaba sono rallentate a causa degli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso. I più colpiti dalle conseguenze del conflitto sono i giovani, che rappresentano il 45% dell’elettorato.
I risultati delle elezioni saranno resi noti a partire da oggi.

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