Il Giappone inizia a sentirsi nel mirino. Dall’esterno, viste le tensioni con Russia, Corea del Nord e Cina. Ma anche (e forse soprattutto) dall’interno. Nove mesi dopo il trauma dell’omicidio dell’ex premier Shinzo Abe a Nara, si è sfiorato un tragico bis nella città portuale di Wakayama. Ieri mattina, è stato lanciato un ordigno esplosivo in direzione di Fumio Kishida, in procinto di tenere un comizio in vista delle elezioni suppletive per la Camera bassa del 23 aprile. L’oggetto cilindrico è caduto ad appena un metro di distanza dal primo ministro giapponese, rimasto illeso. Mentre Kishida veniva allontanato di fretta in macchina dal luogo dell’attacco, il presunto colpevole è stato immobilizzato a terra dagli agenti di sicurezza. In mano aveva anche un secondo oggetto cilindrico. Un altro ordigno artigianale, rimasto inesploso.

PANICO TRA LA FOLLA presente al porto di Wakayama, a causa della forte esplosione e del fumo bianco che ne è generato. L’uomo arrestato è stato identificato come Ryuji Kimura, 24 anni, residente nei pressi di Osaka. Fino alla tarda serata di ieri non ha collaborato con le autorità, totale incertezza dunque sui motivi del gesto.
Nei mesi scorsi, Kishida ha cercato di rimuovere dal governo tutte le figure collegate con la Chiesa dell’Unificazione, la setta vicina ad Abe e alla base del movente del suo assassino. Inquieta e non poco il fatto che ancora una volta un attentatore solitario sia stato in grado di avvicinarsi a poca distanza dal primo ministro e provare, indisturbato, a colpirlo. La polizia ha subito annunciato un rafforzamento dei sistemi di sicurezza, ma lo scorso luglio il governo aveva già promesso che avrebbe tutelato con maggiore decisione l’incolumità di politici e personaggi pubblici.
L’attacco di ieri dimostra che per ora non c’è riuscito, proprio mentre oggi si apre la riunione dei ministri degli Esteri del G7 a Nagano.

SUL FRONTE ELETTORALE, l’incidente potrebbe invece avvantaggiare il Partito liberaldemocratico alle suppletive di domenica prossima. Secondo gli analisti, è già andata così al voto per la Camera alta dello scorso luglio, subito dopo la morte di Abe. Ieri il premier ha subito tenuto altri due comizi, durante i quali ha dichiarato che «il processo democratico deve andare avanti». Con un successo netto alle cinque suppletive (quattro per la Camera bassa e una per la Camera alta), non è escluso che Kishida possa indire elezioni anticipate per rafforzare la maggioranza. La sua popolarità, in caduta libera dopo il funerale di stato di Abe, è di recente tornata a crescere in concomitanza con la sua visita a sorpresa in Ucraina.

UN VIAGGIO che ha però aumentato le tensioni tra Giappone e Russia. Ma anche tra Giappone e Cina, visto che l’incontro tra Kishida e Zelensky si è svolto in contemporanea alla visita di Xi Jinping al Cremlino. Oggi a Mosca arriva Li Shangfu, il ministro della Difesa di Pechino, per la prima volta dall’inizio della guerra. Durante la visita di quattro giorni è previsto un rafforzamento del dialogo militare, proprio mentre i due eserciti si muovono sul fronte orientale. Pechino ha avviato sette giorni di test di tiro in mare in un’area meridionale del mar Giallo. La flotta del Pacifico di Mosca ha simulato la difesa delle isole Curili, contese col Giappone. Secondo il South China Morning Post, Xi ha detto a Vladimir Putin che la Cina non sostiene più le rivendicazioni di Tokyo sull’arcipelago, come aveva stabilito Mao Zedong durante il grande gelo tra Pechino e Mosca.

LA MINACCIA più immediata pare comunque sempre la Corea del nord, che giovedì ha testato per la prima volta un missile balistico a combustibile solido. Lanciato verso il mar del Giappone, ha fatto scattare gli allarmi antiaerei nell’Hokkaido.
La risposta giapponese è il rafforzamento della partnership militare con gli Stati uniti e il rilancio di quella con la Corea del sud. Ieri i tre paesi hanno annunciato la regolarizzazione di esercitazioni missilistiche e antisommergibile.