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Giappone, al via la coppa del mondo del rugby

Giappone, al via la coppa del mondo del rugby

Sport Calcio d'inizio domani per la nona edizione della William Webb Ellis Cup. Al Tokyo Stadium si sfideranno i padroni di casa e la Russia

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 20 settembre 2019

La nona edizione della William Webb Ellis Cup, la coppa del mondo di rugby prende il via domani in Giappone. Il calcio di inizio sarà dato alle 19.45 (12.45 in Italia, diretta su RaiSport). A sfidarsi sul terreno di gioco del Tokio Stadium, che per l’occasione annuncia il tutto esaurito, saranno Giappone e Russia. Sabato tocca a Australia-Figi, Francia-Argentina, Nuova Zelanda-Sudafrica (11.45, RaiSport). Domenica sarà di scena l’Italia, impegnata a Osaka contro la Namibia (Rai2, 7.15). Per la prima volta nella sua storia il torneo si svolge in una nazione che non appartiene al gotha del rugby mondiale. Le otto precedenti edizioni si sono infatti disputate in Gran Bretagna (3 volte), Nuova Zelanda (2), Australia (1), Sudafrica (1) e Francia (1). Il Giappone è dunque una scelta precisa, volta a dimostrare che il rugby è uno sport pienamente esportabile e non, invece, una disciplina relegata nei confini di ciò che fu l’Impero Britannico e della Francia. Un gioco apparentemente complicato ma in grado di emozionare e appassionare anche al di fuori di quelli che per più di un secolo sono stati i suoi confini storici. E, infine, un business di grande successo tranne che in Italia.

COMUNQUE VADA, Japan 2019 sarà un successo commerciale. I ricavi previsti sono di 406 milioni di euro (a England 2015 erano stati 372), si attende mezzo milione di visitatori dal portafoglio ben fornito, la prevendita dei biglietti ha già raggiunto quota 96 per cento. Dunque stadi pieni, come quasi sempre accade quando il paese del Sol Levante ospita rassegne mondiali. Il rugby in Giappone non è soltanto storia di oggi. Gli annali riferiscono di un primo match giocato nel 1874 a Yokohama da alcuni marinai inglesi e con regole probabilmente provvisorie, per poi cominciare a diffondersi nei primi anni del Novecento negli ambienti universitari. A oggi la federazione rugbistica riferisce di 12 mila tesserati, buona parte dei quali praticano la disciplina a livello amatoriale. Nel 2003 la federazione ha dato il via al campionato professionistico, la Top League cui partecipano 14 squadre, club che fino al 2003 partecipavano al campionato delle aziende organizzato dalle più importanti imprese del paese che davano il proprio nome alle squadre. Con l’avvento del professionismo le grandi aziende hanno continuato a finanziare le squadre, rendendole competitive tanto sul piano economico che agonistico e consentendo loro di mettere sotto contratto alcuni dei grandi campioni australiani e neozelandesi. Ancora oggi tra le squadre della Top League troviamo Canon, Yamaha, Panasonic, Sanyo, Honda, NTT, Toshiba, Toyota, Suntory.

I gironi di qualificazione

Quattro gironi da cinque squadre, le prime due accederanno a quarti di finale che inizieranno tra un mese. La finale avrà luogo il 2 novembre. Il girone A comprende Irlanda, Scozia, Giappone, Russia e Samoa. Nel girone B insieme all’Italia troviamo gli All Blacks campioni in carica, il Sudafrica, il Canada e la Namibia. Il girone C mette insieme Inghilterra, Francia, Argentina, Stati Uniti e Tonga. Il girone D schiera Australia, Galles, Georgia, Figi, Uruguay. Il cammino degli azzurri di Conor O’Shea appare segnato. All Blacks e Springboks sono irraggiungibili e la qualità del loro gioco è assolutamente al di fuori dalla portata di un rugby italiano che anche quest’anno è uscito sconfitto da tutti i confronti nel Sei Nazioni e che nei test che hanno preceduto la coppa del mondo è stato maltrattato da Irlanda, Inghilterra e Francia. Se nelle otto edizioni precedenti gli azzurri non sono mai riusciti ad approdare ai quarti di finale, questa volta il sorteggio è stato particolarmente impietoso, assegnando a Parisse e compagni un girone nel quale troveranno la seconda e la quarta squadra del ranking mondiale (l’Italia è quattordicesima).

Gli All Blacks neozelandesi hanno vinto le due ultime edizioni del torneo. Sono favoriti ma non appaiono più invincibili come quattro anni fa. Hanno chiuso al terzo posto il Rugby Championship, è affiorato qualche segno di appannamento, non c’è più Richie McCaw, straordinario capitano capace di guidare la squadra alla conquista di ben due titoli mondiali. A contendere loro il titolo c’è il Sudafrica (sabato la grande sfida che deciderà il primo posto nel girone) che ha vinto il Championship e appare in netta ripresa. L’Irlanda guida la classifica mondiale e lo scorso anno ha sconfitto i kiwis, ma nella sua storia non è mai riuscita a raggiungere la semifinale. Il Galles ha vinto il Sei Nazioni conquistando lo Slam ed è avversario rognoso per chiunque. L’Inghilterra è tra le favorite, ha giocatori fortissimi in ogni reparto ma potrebbe scivolare sul più bello come spesso le è accaduto per demeriti propri. Le altre staranno a guardare ma l’Argentina è capace di ogni sorpresa e potrebbe fare strada. Dopo anni di assenza dal grande rugby internazionale, la RAI torna a trasmettere i match della Coppa del mondo. Otto incontri della prima fase e tutti i match a eliminazione diretta saranno visibili su RaiSport e su Rai 2. Gli altri match saranno disponibili in streaming sul sito web di World Rugby (www.world.rugby) .

 

 

 

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