Secondo un recente studio condotto dal Dipartimento di scienze forestali del Ghana, pubblicato sulla rivista «Helyon» e su «Science Direct», le comunità della regione sud occidentale ricavano dalla raccolta di foglie, fiori, cortecce di 70 specie arboree diversi composti bioattivi adatti a curare decine di patologie (umane, animali e vegetali), a costo zero. Da una serie di interviste è risultato che, per ragioni economiche, le vedove e i vedovi con famiglia a carico hanno conoscenze di «pronto soccorso» vegetale superiori rispetto ad altre categorie.

Inoltre in ogni comunità ci sono erboristi e guaritori tradizionali. Tuttavia, preziose specie sono minacciate dalla deforestazione, imputabile al taglio degli alberi per farne legna da ardere o legname, all’espansione agricola e agli incendi. Gli autori sottolineano l’importanza di efficaci programmi di conservazione forestale e anche di salvaguardia delle conoscenze tradizionali, garantendo il passaggio generazionale.

Alcuni progetti sembrano efficaci. Fra questi la partecipazione alle attività antincendio e il sistema Taungya, una modalità innovativa di ripristino agroforestale: ai partecipanti vengono date porzioni di terre forestali degradate, per coltivarle finché le chiome degli alberi in crescita lo permetteranno.