Germania, un «reddito umanitario» per i profughi ucraini
Assegno Hartz IV L’Agenzia federale del Lavoro girerà alle 700mila persone fuggite dalla guerra e accolte nella Bundesrepublik l’assegno Hartz IV (da 360 fino a 449 euro al mese), il rimborso totale del canone di affitto, più la copertura sanitaria
Assegno Hartz IV L’Agenzia federale del Lavoro girerà alle 700mila persone fuggite dalla guerra e accolte nella Bundesrepublik l’assegno Hartz IV (da 360 fino a 449 euro al mese), il rimborso totale del canone di affitto, più la copertura sanitaria
Sussidio di cittadinanza per tutti i rifugiati ucraini residenti in Germania. A partire dal 1 giugno l’Agenzia federale del Lavoro girerà agli oltre 700mila profughi accolti nella Bundesrepublik l’assegno Hartz IV (da 360 fino a 449 euro al mese), il rimborso totale del canone di affitto, più la copertura sanitaria.
In pratica una sorta di «reddito umanitario» per consentire il rapido inserimento nella società tedesca di chi è dovuto fuggire dall’invasione russa. Oltre al bonifico mensile i beneficiari riceveranno dallo Stato anche il «supporto nella ricerca dell’assistenza per l’infanzia» (nell’80% dei casi i profughi sono donne, nel 40% bambini) e l’aiuto per il riconoscimento legale dei titoli di studio o professionali.
Si aggiunge al trasporto gratuito sull’intero territorio nazionale, già attivato nelle prime settimane del conflitto, e all’inedito servizio telefonico in lingua russa e ucraina per la traduzione di tutti i documenti richiesti dalla burocrazia tedesca. Nel sostegno pubblico è inoltre compreso l’affiancamento dei Centri dell’impiego per inserire i profughi nel mondo del lavoro.
Il provvedimento ha già superato il vaglio del Bundestag e del Bundesrat; per la sua entrata in vigore definitiva si attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prevista nei prossimi giorni.
«Ma i rifugiati ucraini possono presentare domanda fin da subito. L’unico requisito è il possesso del permesso di soggiorno che ci permetterà di riconoscere l’identità del richiedente – specificano all’Agenzia del Lavoro – Nella sostanza per avere diritto all’assegno mensile basterà dimostrare l’impossibilità materiale di guadagnarsi lo stipendio».
Tecnicamente, per cucire su misura degli ucraini il sussidio umanitario il governo Scholz ha «trasferito» i rifugiati dal regime di aiuti riservato ai richiedenti asilo alla cornice giuridica che regola l’erogazione delle prestazioni socio-sanitarie di base. Solo così è stato possibile in tempi record aumentare la tariffa-standard e accorpare i diversi contributi in un sussidio unico.
Una corsia preferenziale rispetto ai milioni di profughi di guerra, per esempio, di Africa e Medio Oriente? All’Agenzia del Lavoro assicurano di non fare alcuna differenza: «I nostri centri per l’impiego sostengono in egual misura tutti i rifugiati indipendentemente dalla loro provenienza».
Tabellario dell’Hartz IV alla mano, agli ucraini rifugiati in Germania dopo il 24 febbraio spetteranno 449 euro al mese se sono single, 404 nel caso di partner nella stessa famiglia oppure 306 se il beneficiario condivide l’alloggio con altri inquilini. Sono poi previsti 376 euro per i minori da 14 a 17 anni, 311 per la fascia 6-13 e 285 per ogni bambino fino a 5 anni.
«Dopo la prima fase dedicata all’acquisizione della lingua tedesca i rifugiati verranno affiancati nel percorso di formazione. L’obiettivo finale è inserire le persone nel posto di lavoro più adatto a loro» precisano all’Agenzia del Lavoro.
Con il consueto ottimismo «governativo» che tuttavia non scioglie ancora i nodi denunciati dell’Associazione dei Comuni. Il portavoce Gerd Landsberg ha ricordato anzitutto «l’assenza di consultazione da parte del governo sugli inevitabili problemi pratici».
Nessuna discussione sulla ratio della misura né sulla copertura finanziaria, ma forte preoccupazione per «il rischio di caos amministrativo tra le varie autorità pubbliche coinvolte nell’aiuto». Mentre la ministra dell’Interno, Nancy Faeser (Spd), avverte che molti ucraini registrati in Germania potrebbero nel frattempo avere già lasciato il Paese.
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