Germania, la questione orientale
Verso le elezioni L’1 settembre si vota in Turingia e Sassonia. L’Afd verso il boom, il partito di Sahra Wagenknecht macina consensi. A 63 anni dalla costruzione del Muro di Berlino, l’Est è ancora un caso a sé
Verso le elezioni L’1 settembre si vota in Turingia e Sassonia. L’Afd verso il boom, il partito di Sahra Wagenknecht macina consensi. A 63 anni dalla costruzione del Muro di Berlino, l’Est è ancora un caso a sé
Sessantatré anni dopo la costruzione del Muro e due settimane prima del voto destinato a cambiare il volto della Germania dell’Est riemerge l’enorme scoglio della questione orientale che a Berlino credevano di avere risolto con la Riunificazione. A tracciare il nuovo insuperabile confine tra Ossi (tedeschi dell’Est) e Wessi (tedeschi dell’Ovest) non è più è la barriera di calcestruzzo lunga 1.378 km infarcita di mine antiuomo ma la democrazia elettorale.
IL 1 SETTEMBRE si rinnovano i Parlamenti di Turingia e Sassonia con il risultato apparentemente già scritto dai sondaggi. A Erfurt si profila il tramonto del governo della Linke governato da Bodo Ramelow e il contemporaneo boom dei fascio-populisti di Alternative für Deutschland che in Turingia sono rappresentati da Bjorn Höcke, capo della corrente di ultra-destra Der Flügel contigua alla galassia neonazi: valgono esattamente il doppio.
A Dresda invece in testa è sempre la Cdu che esprime l’attuale governo ma il distacco con Afd è sempre più risicato: ormai solo una manciata di punti percentuali separa i democristiani dagli alternativi di Höcke.
IN MEZZO si allarga l’Alleanza di Sahra Wagenknecht (Bsw), il partito della sinistra “sovranista” esploso alle ultime europee. L’ex capogruppo della Linke risulta stabilmente al terzo posto in entrambi i Land e sulla carta può rappresentare l’ago della bilancia in grado di scompigliare i calcoli sulle possibili geometrie delle coalizioni di governo. In Sassonia la Bsw vale il 12%: esattamente la somma di Spd e Verdi, mentre la Cdu viaggia a quota 34% e Afd sul filo del 30%. La Linke con il 4% rischia seriamente di non superare la soglia per accedere al Parlamento.
Ma è in Turingia dove la Bsw gioca la sua partita politica più importante; qui i numeri restituiscono l’immagine della roccaforte di Afd accreditata del 30% dei voti, poco intimorita dal 21% della Cdu e dal 15% della Linke e ancora meno dallo scarso peso di Spd (7%) e Verdi (9%).
Wagenknecht sarà quindi decisiva. E nonostante si prodighi nelle rassicurazioni sulla tenuta del «cordone democratico» (il patto informale fra i partiti antifascisti per impedire ad Afd di governare anche se arriva prima alle urne), l’argine mostra sempre più crepe.
SINTOMATICA LA LINEA politica della «pragmatica» Katja Wolf, 48 anni, candidata-governatrice della Bsw in Turingia. «Il firewall antifascista delle manifestazioni contro la destra ha reso Afd ancora più forte. Adesso può recitare il ruolo di vittima» sottolinea l’ex sindaca di Eisenach fuoriuscita dalla Linke lo scorso febbraio, fornendo la seguente analisi sociologica: «I tedeschi dell’Est hanno un peculiare istinto per smascherare le scelte dettate unicamente dalla finta ideologia. Quando Afd ha presentato proposte sensate gli altri partiti le hanno sempre respinte, salvo poi presentarle in forma molto simile».
Significa che a livello locale l’eventualità di collaborare con i fascio-populisti non è più un tabù inossidabile, anche se Wolf ribadisce: «Non ci sarà alcuna coalizione fra Bsw e Afd».
Comunque, è un cambio di paradigma impossibile da non registrare. Almeno quanto la storica svolta all’interno delle comunità islamiche della Germania. Dopo aver guardato per decenni alla Cdu, i musulmani tedeschi oggi sono attirati dalla Bsw, come dimostra la ricerca pubblicata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung secondo cui il 17% alle scorse europee ha votato per Wagenknecht contro il 15% in favore dei democristiani.
NELL’IMMAGINARIO islamico la Cdu non viene più vista come il partito in grado di garantire la conservazione delle conquiste economiche né il modello di riferimento per l’idea di famiglia tradizionale. Al contrario la paura per i nuovi immigrati e i confini aperti per rifugiati ha mutato il bacino di voti della comunità, mentre il flusso di voti dalla Cdu alla Bsw escluderebbe che a pagare sia stata la difesa della Palestina da parte di Wagenknecht.
«Gli ultimi arrivati sono i primi a opporsi ai nuovi ingressi: è un fenomeno tipico dei Paesi di immigrazione. Comprensibile che gli elettori musulmani possano trarre maggiori benefici dal programma anti-multiculturale della Bsw anziché dalla politica dell’accoglienza dei Verdi o da una deludente Spd» riassume Mathias Rohe, professore di Diritto all’Università di Norimberga ed esperto di Islam.
Mentre il sogno liberale nella Germania dell’Est – a 35 anni dal crollo del Muro – non attira più quasi nessuno. A meno di improbabili miracoli il partito del ministro delle Finanze, Christian Lindner, resterà fuori dai giochi parlamentari sia in Turingia che in Sassonia.
Fdp paga di certo lo scotto dell’effetto governo, ma i liberali all’Est sono ancora visti come il braccio politico del complesso industriale della Ruhr, cioè il prototipo dei Wessi.
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