Il governo tedesco travolto dai trattori
Caro-diesel e non solo Alla Porta di Brandeburgo la protesta degli agricoltori su cui l’ultra destra ha messo le mani. Sul palco il ministro delle Finanze Lindner fischiato dalla folla
Caro-diesel e non solo Alla Porta di Brandeburgo la protesta degli agricoltori su cui l’ultra destra ha messo le mani. Sul palco il ministro delle Finanze Lindner fischiato dalla folla
«Non venite a dirmi che oggi siete tutti qui soltanto per il caro-diesel». Il ministro delle Finanze, Christian Lindner, dal palco dell’associazione degli agricoltori “Dbv” davanti alla Porta di Brandeburgo prova a lisciare il pelo alla protesta dei trattori che anche ieri hanno marciato su Berlino dopo aver attraversato le maggiori città tedesche.
Accolto da una salva di fischi stoppati dall’appello a «rispettare l’ospite» del presidente del “Dbv” Joachim Rukwied, il leader dei liberali ha mostrato comprensione verso la «ribellione» alimentata sì dall’estrema destra di Afd ma pure contenente pezzo del suo elettorato, come rivela l’apposito sondaggio secondo cui 1 “trattorista” su 4 vota per uno dei tre partiti della coalizione Semaforo. «So bene che i prezzi energetici sono cresciuti a dismisura e non sono stati fatti gli investimenti giusti per il settore» prosegue il ministro offrendo mezza soluzione al problema: «intanto prendiamo tempo con i tagli graduali dei sussidi al diesel agricolo, poi penseremo a ridurre gli oneri per le aziende».
MA LA POLITICA d’appeasement nei confronti dei manifestanti che nell’ultima settimana hanno bloccato il traffico del Paese aggirando il divieto di transito nei centri-città della polizia non si ferma qui.
Lungi dall’essere bollata come un pericolo per la democrazia, la marcia dei trattori viene istituzionalizzata così da Linder. «La differenza fra la protesta di voi agricoltori e quella di Ultima Generazione è che mentre loro imbrattano la Porta di Brandeburgo voi siete qui a onorarla». Sarà per questo che di fronte a due blocchi del traffico egualmente sanzionati dalla legge il governo risponde con due misure opposte, fra gli applausi della Cdu che continua a chiedere la galera per gli attivisti del Clima e massima «clemenza» per la marcia dei trattori.
CHI GUADAGNA dal paragone di Lindner in grado di riflesso di sdoganare anche la sua presenza alla protesta della “Dbv” è Alice Weidel, candidata cancelliera di Afd alla prossime elezioni. Ieri era lontana dal palco ma vicina ai 12 mila manifestanti incolonnati lungo il Viale del 17 Giugno dove era parcheggiato il mega-serpentone dei trattori. Insieme a lei avvistato nel corteo berlinese c’era pure Stephan Brandner, influente esponente di Afd della Turingia che fin da subito ha messo il cappello sulla protesta. Non a caso il presidente del “Dbv” alla vigilia della marcia era stato costretto a diramare il comunicato con i confini insuperabili per i manifestanti: «Nessuno spazio a razzismo, antisemitismo e violenza nelle nostre fila». Un atto dovuto dopo la comprovata e inquietante «infiltrazione» nella protesta di centinaia di estremisti neri riconoscibili dai consueti simboli etno-nazionalisti.
Non sono certo la massa critica dei 5.000 trattori scesi nelle strade della Germania, schierati in gran parte su posizioni conservatrici con sintomatiche eccezioni. «Alle scorse elezioni ho votato Fdp: promettevano il taglio delle tasse e nessuna nuova imposta sui carburanti o la proprietà dei mezzi» tiene a precisare il signore di mezza arrivato dalla Bassa Sassonia alla guida di un trattore marca “Fendt” insieme alla figlia.
Un altro agricoltore, invece, per esclusione sposa il programma sovranista di Sahra Wagenknecht, anche lei tra le figure di spicco nella cornice della protesta. «Spd e Cdu sono uguali, la Linke non conta niente, i Verdi sono servi degli Usa. Siccome i fascisti di Afd sono invotabili, l’ultima speranza è Sahra Wagenknecht».
DAVVERO PERFETTA nel ruolo di collante anti-Semaforo come dimostra l’intervista rilasciata alla Berliner Zeitung neppure mezz’ora dopo la fine della manifestazione della “Dbv”. «Il discorso di Lindner dal palco è stato arrogante e accondiscendente. In pratica ha offerto a chi protesta solo una riduzione della burocrazia. Uno schiaffo agli agricoltori a palcoscenico aperto» tuona Wagenknecht prima dell’aut-aut al governo. «Se Scholz non ritira i tagli al diesel gli agricoltori devono continuare a scendere in strada. In questo momento sono loro a rappresentare l’umore anti-Semaforo sempre più crescente nel Paese. Speriamo che il governo di Spd, Verdi e Fdp cada il prima possibile» è l’augurio finale della nuova protagonista della politica tedesca.
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