Tutto da rifare a Berlino: la Corte costituzionale del Land impone di ripetere le elezioni per il parlamento locale e i municipi della città, ma si dovrà rivotare parzialmente anche per il Bundestag: almeno in 421 sezioni sul totale delle 2.258 della capitale, come vorrebbe il comitato di revisione elettorale del Parlamento, oppure in tutti i seggi contestati, come pretendono Cdu-Csu e Afd minacciando il ricorso al Tribunale federale di Karlsruhe.

GIÀ FISSATA LA DATA delle urne: su indicazione dei giudici sarà entro i 90 giorni concessi dal tribunale: il prossimo 12 febbraio, come conferma il neo-commissario elettorale del Land, Stephan Bröchler. Esattamente lo stesso giorno del referendum organizzato dall’iniziativa Klimaneustart-Berlin per chiedere misure più stringenti in difesa dell’Ambiente di cui ieri sono state depositate le 260 mila firme necessarie. Per il Bundestag, invece, difficilmente la ripetizione del voto potrà avvenire prima del 2024.

«Un caos mai visto prima» titola metà della stampa locale. Sotto il profilo giuridico però non c’erano soluzioni alternative. «Siamo stati costretti a invalidare le elezioni del 26 settembre 2021 a causa della frequenza e della gravità degli errori ai seggi» sentenzia la presidente del tribunale, Ludgera Selting, smontando le illusioni dei molti che si aspettavano di dovere rivotare solamente nelle sezioni fuorilegge.

LA SINDACA-GOVERNATRICE della Spd, Franziska Giffey, assicura: «Non farò ricorso contro la decisione»; nonostante la riapertura della campagna elettorale faccia tremare anzitutto la sua poltrona: l’ultimo sondaggio restituisce il sorpasso della Cdu sulla Spd (21% contro 20%) eguagliata anche dai partner dei Verdi guidati dalla vice-borgomastra Bettina Jarasch.

SULLA CARTA la giunta rosso-rosso-verde al governo del Municipio Rosso dovrebbe resistere al governo grazie alla Linke che vale il 12% dei consensi, ma i socialdemocratici rischiano il ribaltamento dei rapporti interni nel Land che al di là del Pil generato e del numero di abitanti rappresenta la vetrina politica del social-ecologismo.

Nonostante lo stupore più o meno generale la sentenza della Corte non rappresenta una vera sorpresa. A fine settembre la presidente Selting aveva preannunciato la decisione di ieri ricordando come «soltanto la ripetizione totale del voto potrà riportare nell’alveo costituzionale la Abgeordnetenhaus», il Parlamento monocamerale di Berlino che dal 1934 ha sede nello storico palazzo del Landtag prussiano.

Materialmente il compito di archiviare il caos nelle urne spetterà a Iris Spranger, senatrice Spd delegata agli Interni con funzioni di ministra. «Prendo atto con rispetto della sentenza, ho già iniziato i preparativi per garantire che le prossime elezioni si svolgano in modo regolare».

È L’AGGETTIVO-CHIAVE per evitare di ripetere il disastro di cui finora ha pagato il conto solo la presidente del comitato elettorale dello Stato, costretta alle dimissioni dopo essere stata messa letteralmente alla berlina. Alla Corte lo scaricabarile verso il basso non è bastato. Troppo pesanti le irregolarità in circa il 9% dei seggi con casi certificati di elettori che hanno votato perfino dopo la pubblicazione delle prime proiezioni.

NON TRATTANDOSI di nuove elezioni ma di voto ripetuto, il prossimo 12 febbraio non saranno ammessi candidati diversi da quelli che si presentarono nel 2021. In compenso nessuno, ma proprio nessuno, in Germania sa dire quali saranno gli effetti collaterali concreti sulla maggioranza del Bundestag. Potrebbero, per esempio, sedere meno deputati berlinesi ma l’ipotesi «è pura speculazione» come avverte la deputata bavarese Daniela Ludwig, presidente del comitato di revisione del Bundestag.

In ogni caso bisognerà convincere di nuovo milioni di elettori. E per la Linke non è di per sé un fattore negativo. «La ripetizione delle elezioni offre ai berlinesi la possibilità di stabilire cosa conta davvero per loro in questo periodo di crisi mondiale. Noi continuiamo ad assumere la responsabilità di mantenere i cittadini al sicuro e anche al caldo. In campagna elettorale ci batteremo per più Bene comune e maggiore solidarietà sociale» promette Katina Schubert, numero tre della giunta di Berlino.