Internazionale

Georgia divisa: in testa il «Sogno» dei filo putiniani

Una donna georgiana vota a Tbilisi foto di David Mdzinarishvili/EpaUna donna georgiana vota a Tbilisi – foto di David Mdzinarishvili/Epa

Si è votato a Tbilisi La capitale immersa in una calma apparente, ma iniziano le denunce di brogli. La scelta è fra Russia e avvicinamento alla Ue. Sui social i video di camionette della polizia presso la cancelleria di governo

Pubblicato un giorno faEdizione del 27 ottobre 2024

Momenti di sole e di forte pioggia si alternano a Tbilisi, quasi una metafora dell’incertezza che grava sulla giornata del voto, su una tornata elettorale vissuta da molti come una dicotomia: o Russia o Europa, fra autoritarismo e democrazia. «È davvero in gioco tutto», afferma per esempio Marika Mikiashvili, membro di una delle coalizioni d’opposizione Georgia for Change, di orientamento fortemente filoeuropeista.

GIÀ A MEZZOGIORNO, presso la sede del partito c’è parecchio movimento: gli occhi sono puntati in particolare sull’affluenza, che se dovesse essere alta ridurrebbe il rischio di brogli e manipolazioni. «Proprio quando si era creata una finestra di opportunità per il nostro paese di integrarsi nello spazio europeo, la forza di governo, Sogno Georgiano, ha deciso di cambiare le proprie politiche e di farci tornare indietro di decenni. D’altronde, credo che non fossero mai stati sinceri. Il loro atteggiamento è sempre stato basato sull’opportunismo».

La polarizzazione che si respira nella campagna elettorale georgiana è profonda: non sono poche le persone, fra esponenti di partito, commentatori o semplici passanti, che presentano la sfida di oggi come una scelta sulla «civiltà» alla quale appartenere.

VERSO PRANZO, il centralissimo viale Rustaveli è scosso da un rombo: una cinquantina-sessantina di scooter occupano la corsia di marcia strombazzando il clacson. Casco integrale indossato come fosse una divisa, bandiere nazionali e di Sogno Georgiano sulle spalle, che sventolano nell’aria. Per alcuni l’aut-aut messo in campo dalla forza di governo («Scegli la pace», si legge su molti manifesti con riferimento alla guerra in Ucraina) sembra funzionare: c’è chi pensa sia meglio mantenere buoni rapporti con la Russia, sia per non rischiare conseguenze sia perché il passato sovietico esercita ancora una certa presa su una fetta di popolazione. Tutto sommato, il sabato alle urne di Tbilisi scorre piuttosto tranquillo: ai seggi, stando pure a quanto ci confermano diversi osservatori, i rappresentanti delle forze politiche sembrano collaborare fra loro e si mostrano desiderosi di voler mantenere la tensione sotto il livello di guardia.

NE È CONVINTA anche Mikiashvili: «Siamo molto fiduciosi che il governo non avrà molto spazio per tentare prove di forza. Chi è davvero schierato per invertire totalmente la rotta è solo una minoranza e le diverse istituzioni sono contrarie a colpi di palazzo. In un modo o nell’altro, Sogno Georgiano dovrà riconoscere i risultati». Ma gli incidenti non mancano: a Marneuli per esempio, cittadina a sud della capitale abitata da una consistente comunità azera, un seggio viene completamente chiuso dopo palesi tentativi di brogli, mentre a Isani, nella periferia di Tbilisi, sono stati segnalati attacchi e insulti ai membri dell’opposizione. La presidente Salome Zourabivchili, su posizioni favorevoli all’integrazione europea e di assoluta contrarietà alle leggi più problematiche presentate negli ultimi mesi (come quella sugli agenti stranieri, che limiterebbe molto le attività di Ong e associazioni), verso le 17 ha parlato di «episodi di violenza» che si sarebbero verificati in diverse zone e ha fatto tra l’altro sapere di non essere potuta entrare in contatto con il ministero degli Interni. Intanto, alcuni attivisti sui social mostravano l’arrivo di camionette della polizia presso la cancelleria di governo, forse in preparazione di eventuali scontri o proteste.

«SICURAMENTE ci saranno manifestazioni di piazza», dice l’attivista e sindacalista indipendente Giga Bekauri, tradendo un certo nervosismo. «Ma da sole non bastano: serve che Sogno Georgiano non abbia più la maggioranza, altrimenti tutte le esperienze di attivismo sociale e politico subiranno una forte repressione». L’affluenza tocca il 60%, in serata arrivano i primi exit poll che danno vittoriosa l’opposizione, ma saranno smentiti dal voto elettronico che sembra favorire Sogno Georgiano col 53%. In testa peraltro nelle regioni dove è alta la presenza di minoranze. Sia il partito di governo sia le opposizioni parlano di «successo», e c’è già chi inizia a festeggiare come i «centauri lealisti» che tornano a sfrecciare per viale Rustaveli. In giro per Tbilisi, fiato sospeso e schermi accesi: la notte è appena iniziata.

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