Internazionale

A Tbilisi è come un referendum. Occhi puntati su Mosca

Tbilisi, Georgia -apTbilisi, Georgia – Ap

OGGI URNE APERTE Le elezioni parlamentari di oggi rappresentano uno spartiacque per la storia georgiana. Un «referendum tra Europa e Russia», come l’ha definito l’attuale presidente europeista Salome Zourabichvili, una scelta tra «guerra […]

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 26 ottobre 2024

Le elezioni parlamentari di oggi rappresentano uno spartiacque per la storia georgiana. Un «referendum tra Europa e Russia», come l’ha definito l’attuale presidente europeista Salome Zourabichvili, una scelta tra «guerra e pace», secondo il partito di governo filo-russo, Sogno georgiano, che paventa uno scenario “ucraino” in caso di allontanamento da Mosca. Alle urne, aperte solo per oggi, i georgiani sono chiamati a decidere in quale schieramento internazionale posizionarsi e che idea di società immaginano per il futuro.

DA UN LATO il partito attualmente al governo, Sogno georgiano, fondato nel 2012 dall’oligarca Bidzina Ivanishvili, il cui patrimonio personale è stimato intorno ai 7,4 miliardi di dollari, pari a quasi un quarto dell’intero Pil nazionale. Ivanishvili è un amico personale di Putin, tanto – dicono i suoi detrattori – da voler instaurare in Georgia un sistema politico simile a quello del Cremlino. Negli ultimi mesi le riforme introdotte da Sogno georgiano hanno scatenato durissime proteste di piazza. Due in particolare: la cosiddetta «legge sugli agenti stranieri», o “legge russa” come l’hanno ribattezzata dall’opposizione, che bandisce le organizzazioni che ottengono fondi dall’estero, e la legge contro «la propaganda Lgbtq+», che vieta i matrimoni tra persone dello stesso sesso, il trattamento ormonale di affermazione del genere e l’esposizione in pubblico e sui media di comportamenti e idee assimilabili all’«ideologia Lgbtq+».

Sogno georgiano, nonostante la decisa svolta verso posizioni conservatrici o apertamente illiberali, resta comunque il partito più popolare del Paese, anche grazie alle numerose misure che negli ultimi mesi hanno introdotto sgravi e aumenti per pensionati e dipendenti pubblici. Ivanishvili ha inoltre promesso la normalizzazione dei rapporti con le due repubbliche separatiste dell’Abkhazia e dell’Ossezia del sud, attualmente controllate dal Cremlino. Tutti i sondaggi concordando sul fatto che sarà il primo partito per preferenze, ma con una percentuale (35%) insufficiente a governare.

DALL’ALTRA PARTE la presidente Zourabichvili ha riunito i quattro principali gruppi d’opposizione sotto l’ombrello della «Carta per la Georgia». Una coalizione che si impegna a non allearsi in nessun caso con Sogno Georgiano e a formare un governo tecnico, per porre uno «sbarramento alla deriva filo-russa» del Paese. Al suo interno sono riunite anime diverse: il Movimento nazionale unito dell’ex presidente Mikheil Saakashivili (in carcere dal 2021), la Coalizione per il Cambiamento – composta da fuorusciti del Mnu -, i liberal-democratici di Georgia forte e il partito centrista Per la Georgia. I sondaggi indicano forbici molto ampie, difficile fare previsioni, ma tutti dovrebbero essere sopra la soglia di sbarramento del 5%, con la Coalizione secondo partito (15-19%) e il Mnu terzo (12-16).

Nel Paese sono stati inviati osservatori internazionali e una delegazione del Parlamento europeo per vigilare sullo svolgimento delle operazioni di voto, ma dall’opposizione già paventano il rischio che Sogno georgiano non accetterà un esito diverso dalla vittoria. Gli occhi del mondo sono puntati su Tbilisi in attesa di capire se Mosca manterrà uno dei suoi stati satellite o se perderà un altro pezzo del mondo ex-sovietico.

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