Genuardi / Ruta, intervista visiva #10/2021
è un duo artistico nato nel 2014 e formato da Antonella Genuardi (Sciacca,1986) e Leonardo Ruta (Ragusa,1990). Entrambi hanno conseguito il Diploma di Laurea di II livello presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo rispettivamente in Decorazione e Pittura. Dal 2017 hanno assunto la direzione artistica dello spazio espositivo L’Ascensore a Palermo, città in cui vivono e lavorano. Tra le mostre più recenti: Locomotive Breath (mostra personale), a cura di Jorge Reis, Casa Azul, Torres Vedras-Distretto di Lisbona, Portogallo, 2020 (Progetto vincitore dell’ottava edizione dell’Italian Council); Gentilivicini, a cura di Piera Valentina Gallov, con il Sostegno di MiBACT e SIAE, Via della Fucina16 Condominio-Museo, Torino, 2020; Talent Prize 2019, Mattatoio, Roma, 2019; Manabamáte, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, BocsArt, Cosenza, 2019; ZR (mostra personale), a cura di Samuel Gross, Edicola Radetzky, Milano, 2019; Wormhole (mostra personale), a cura di Samuel Gross, Galleria FPAC, Milano, 2019; La danza dei giganti (mostra personale), Magazzino Brancaccio – Progetto Oltre Oreto, Evento Collaterale Manifesta 12, Palermo, 2018; Solo Presentation, Sezione Present Future, Artissima, Torino, 2017; La vita della mente, a cura di Giuliana Benassi, Istituto Svizzero, Roma, 2017. Tra i progetti di residenza a cui hanno fatto parte: Locomotive Breath,Casa Azul, Torres Vedras-Distretto di Lisbona, Portogallo, 2020; CCA Artist-in-residence Program, Gennaio 2020, Andratx-Palma di Maiorca; VIR Viafarini-in-residence, Gennaio-Dicembre 2019, Milano.
//ARTE
Le geometrie che il duo mette in campo non esistono per se stesse, sono sempre il frutto di una riflessione sulla luce, sui volumi che essa intercetta, sui tagli che definisce. E la riflessione non deriva da una matrice tecnico-analitica. E’ piuttosto l’espressione di un’attitudine storico-sentimentale, ha a che fare con emozioni legate a un bagaglio memoriale remoto. Potremmo leggere l’insieme delle loro forme come le pagine del libro di un diario di bordo, un’unica narrazione intorno al rapporto indicibile e sempre rinnovantesi con la potenza naturale della luce che incontra un costrutto altrettanto potente, tutto umano, lo spazio architettonico. Le imprevedibili relazioni formali che si allacciano tra queste due potenze costituiscono il vero fulcro del loro lavoro.
//LAVORO
Il duo parte da un’idea di sguardo, dalla visione che si genera da una finestra, dal paesaggio, decidendo “di focalizzare l’attenzione alle sole forme che si vengono a creare quando la luce intercetta l’architettura. Uno scambio di relazioni tra la cultura occidentale legata al soggetto che osserva e quella orientale legata alla luce e ai suoi raggi. Proprio essa quando si imbatte nelle strutture, le definisce.”
//TEMPO
“Senza il sole non esisterebbero né “la geometria proiettiva” né la conquista della misura del tempo. Torniamo spesso sulla questione “sguardo” che inevitabilmente esplora lo spazio e il tempo e nel nostro caso si nutre di quella mediterraneità di cui parlava Camus, Le Corbusier e KN.”
Vai sul profilo instagram del @manifesto per visualizzare l’intervista visiva di Genuardi/Ruta. intervista #10 del 18/06/21
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