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«Geni tutti». Ma poi gli sviluppatori se ne vanno

«Geni tutti». Ma poi gli sviluppatori se ne vanno

In Asia - Get App - Quando si parla di app russe si parla soprattutto di Telegram, clone di messaggistica istantanea e broadcasting simile a WhatsApp e a Viber, balzato alle cronache lo scorso anno quando […]

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 30 ottobre 2019

Quando si parla di app russe si parla soprattutto di Telegram, clone di messaggistica istantanea e broadcasting simile a WhatsApp e a Viber, balzato alle cronache lo scorso anno quando il governo russo tentò di oscurare il programma creato dai fratelli Nikolaj e Pavel Durov nel 2014.

Accusati di lasciare libero accesso sulla piattaforma anche agli elementi del terrorismo islamico, il governo chiese di conoscere le informazioni sulle terze parti che venne respinto in nome dalla libertà di rete: il Cremlino non riuscì a impedire lo download alla app. E decine di migliaia di persone scesero il piazza a Mosca in difesa dei due fratelli già creatori di Vkontakte il social che in Russia ancora oggi ha più iscritti di Facebook. Putin abbozzò e il suo portavoce riconobbe addirittura di farne di tanto in tanto uso, ma secondo Wired Russia anche i Durov sarebbero venuti a più miti consigli e Telegram avrebbe consegnato quest’anno al comitato di controllo della rete russa, il Roskomnadzor, almeno una parte delle informazioni richieste. Difficile sulla Moscova dire no allo Zar del Cremlino e questa vicenda ne sarebbe l’ulteriore riprova.

Malgrado ciò i russi restano dei grandi creatori di app. Secondo il fondatore del fondo «Città aperta» Vitaly Vlasov «i ragazzi russi sono geniali in tutto il mondo It. E il mondo delle app non fa eccezione: il problema è che molti poi preferiscono migrare all’estero dove hanno condizioni lavorative migliori e guadagni più significativi».

I programmatori russi, non è un caso, hanno fatto venire il mal di testa non solo al potere russo ma anche a quello americano. Il senatore del partito democratico Chuck Schumer il 19 luglio scorso ha inviato una lettera alla Fbi affermando che Face-App potrebbe costituire una minaccia alla sicurezza nazionale Usa. Inoltre, a suo avviso, il programma minaccia la riservatezza dei dati di milioni di cittadini americani. Face-App è un’applicazione mobile sviluppata dalla società russa Wireless Lab, che utilizza un algoritmo per generare automaticamente trasformazioni altamente realistiche dei volti di persone messa in commercio nel 2017 e che a riscattato presto un rapido successo. Secondo Wireless Lab, che respinge le accuse (come anche quelle di razzismo provenienti da organizzazioni in difesa dei diritti umani a causa della presenza di «filtri etnici» che venivano catalogati come «bianco», «nero», «asiatico» e «indiano» anche se in seguito alle polemiche la funzione è stata rimossa dall’app) quello americano sarebbe però solo un tentativo di concorrenza sleale, vista la popolarità della funzione.
Ma di app originali, curiose e utili la Russia è piena.

Come per esempio «Sistema la tua strada». Disponibile sia sul Play Store di Google sia di Apple si tratta di un sistema informativo interattivo per la ricezione e l’elaborazione di reclami relativi a problemi urbani e municipali, una sorta di libro dei reclami. Nata a Kazan ora funziona in molte grandi città, tra cui San Pietroburgo e Mosca. Gli utenti possono aggiungere indirizzi problematici alla mappa: buche nelle strade, interruzioni del traffico, fermate interrotte, discariche illegali e simili.

Di straordinario impatto politico e civile sono sicuramente altre prilozenie come vengono chiamate le app in Russia. La prima è Deklarator un progetto dell’organizzazione internazionale no profit Transparency International, impegnata in attività anti-corruzione. Il servizio mobile raccoglie dati sul reddito e sulla proprietà dei funzionari statali ai più diversi livelli In Russia queste informazioni sono sparse su siti diversi, dove di solito non rimangono a lungo. Il vantaggio del «Dichiaratore» è che è possibile trovare dati molti anni addietro. L’altra è invece stata chiamata Gozstraty ovvero «tutto quello che volevi sapere su dove le nostre tasse finiscono». A differenza del portale sugli appalti pubblici in cui i dati sono presentati per soli 2 mesi, presso questa app. è possibile trovare informazioni per diversi anni. Inoltre, esiste una struttura più comprensibile: è possibile visualizzare tutti i contratti sia per il cliente di una specifica agenzia governativa o istituzione sia per contraente.

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