Gatti (Msf): «Sbarcare solo i fragili? A bordo lo sono tutti»
Diritti Le persone devono essere sbarcate il prima possibile: per la salvaguardia dei propri bisogni psicofisici e per le cure mediche, ma anche per avere pieno accesso ai propri diritti
Diritti Le persone devono essere sbarcate il prima possibile: per la salvaguardia dei propri bisogni psicofisici e per le cure mediche, ma anche per avere pieno accesso ai propri diritti
«Il governo dice di voler far sbarcare le persone fragili? Noi abbiamo a bordo 572 persone e per quanto mi riguarda sono tutte fragili. Dopo dieci giorni di attesa la situazione generale è in continuo peggioramento». Riccardo Gatti è il coordinatore dei soccorsi in mare per Msf e risponde da bordo della nave Geo Barents. Stiamo parlando di persone che già al momento del salvataggio presentano situazioni di stress psicofisico elevato.
Oggi abbiamo chi soffre di insonnia, attacchi di ansia, ma anche di infezioni sia a livello respiratorio che cutanee, patologie che in questa situazione rischiano di essere contagiose. In aggiunta a questo ci sono discussioni che nascono tra di loro e dovute anche alla mancanza di spazio e all’incertezza sulla possibilità di essere sbarcati e di comunicare con le proprie famiglie, che sono preoccupate perché non sanno dove sono i loro familiari. Una situazione a livello di stress psicologico ed emotivo molto forte.
In teoria quindi tutti dovrebbero essere sbarcati.
È così. Anche in passato le poche volte che ci sono stati dei controlli sanitari a bordo è stata dimostrata la vulnerabilità delle persone.
Avete avuto comunicazione di quando potrebbe svolgersi l’ispezione?
Finora nessuna. Credo che una comunicazione l’abbia ricevuta la Humanity One.
Siete coordinati con le navi delle altre ong?
Ci manteniamo sempre in contatto. Più che coordinare ci supportiamo e facciamo esperienze comuni. Parliamo di solidarietà, ma poi ogni organizzazione fa le proprie scelte anche in base ai sue esigenze.
Perché non raccogliete le richieste di asilo a bordo, come chiede il ministro dell’Interno Piantedosi?
Perché non possiamo. Le richieste di asilo devono essere raccolte da personale adeguato, noi possiamo registrare l’intenzione da parte di un migrante di voler richiedere asilo. È uno dei motivi per cui le persone devono essere sbarcate il prima possibile: non solo per la salvaguardia dei propri bisogni psicofisici e per ricevere le cure mediche che necessitano, ma anche per avere pieno accesso ai propri diritti.
Che effetto fa sentire ancora parlare delle navi delle organizzazioni umanitarie come taxi del mare o fattori di pull factor? Tutti argomenti che negli anni passati sono stati discussi e poi accantonati perché non veri.
Diciamo che questo atteggiamento verso le ong, o peggio ancora verso le persone in movimento, va avanti da anni anche se in momenti diversi e con diverse dinamiche che però seguono tutte la stessa linea, seppure con maggiore o minore violenza verbale. Ci sono stati periodi di silenzio durante i quali non si è parlato delle ong seguiti da altri di assoluta strumentalizzazione, evidentemente finalizzata agli obiettivi politici del momento. Quello che stiamo vedendo anche oggi non rappresenta niente di nuovo, è solo una nuova fase di rifiuto e disprezzo verso la vita umana e i diritti delle persone, oltre che una mancanza di rispetto delle regole stabilite a livello internazionale.
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