Un anno di progetto Futura, cioè l’attivazione a Napoli, Roma e Venezia di «Piani personalizzati di accompagnamento educativo», definiti a partire dagli specifici bisogni e aspirazioni di ogni ragazza e giovane donna in povertà o forte vulnerabilità, piani declinati su specifiche attività o sostegni materiali e supporti individuali. Il progetto è promosso da Save the Children, Forum Disuguaglianze e Diversità e Yolk. L’intervento ha coinvolto 300 donne tra i 13 e i 24 anni (tra cui 50 giovani mamme). I percorsi attivati sono stati in totale 155, per la fine di febbraio diventeranno 184.

Il 45% degli interventi attiene all’ambito studio e lavoro, con percorsi di ripresa o sostegno dai primi anni delle scuole superiori fino all’università. Il 28% si rivolge a speranze e aspirazioni, proponendosi di realizzare obiettivi specifici. Il 20% è rivolto al benessere emotivo, con percorsi che includono la partecipazione ad attività sportive, culturali, ricreative e, all’occorrenza, di sostegno psicologico. Il restante 7% fornisce strumenti per esercitare cittadinanza attiva, conoscenza dei luoghi, delle istituzioni, delle possibili reti di supporto sul territorio. In tutti i territori i partner lavorano costantemente con la comunità di riferimento.

«Specificità di genere, accompagnare le persone e non sostituirsi a loro, rendere flessibili gli interventi in relazione ai bisogni, responsabilità sociale dei soggetti privati» sono i punti di forza, ha spiegato Andrea Morniroli (co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità). «Le disuguaglianze educative ed economiche oggi cancellano sul nascere le aspirazioni di crescita di tante ragazze e giovani donne, le più penalizzate anche nell’accesso al mondo del lavoro» le parole di Raffaela Milano, direttrice programmi Italia-Europa di Save the Children.

A Napoli il progetto è partito ad aprile 2023 coinvolgendo 38 ragazze dai 13 ai 24 anni. La dote prevista per il percorso formativo (che può essere al massimo di 5mila euro in totale) consiste in un sostegno economico per affrontare le spese in base: proseguire negli studi, coltivare talenti (sport, hobby, interessi culturali), supporto psicologico, spese sanitarie, benessere psico-fisico. Il 70% delle giovani coinvolte appartiene a nuclei monogenitoriali composti dalla sola madre e da altri fratelli e sorelle, in difficoltà economiche, talvolta non regolari sul territorio. Le giovani, spesso costrette a occuparsi dei fratelli più piccoli, non avevano la possibilità di continuare il proprio progetto scolastico o formativo.

E poi ci sono le storie. Kumba ha una famiglia molto numerosa divisa tra l’Italia e il Senegal, il padre ha due mogli e lei è a Napoli con la madre e i fratelli. Nei primi anni ha vissuto a cavallo dei due Stati, così a scuola è stata inserita in seconda media, nonostante avesse due anni in più. È arrivata alla coop Dedalus tramite il suo allenatore di basket. Col progetto Futura ha potuto impegnarsi nello sport e iniziare le superiori, indirizzo turistico. Grazie alla collaborazione tra coach, insegnanti, famiglia e tutor sta superando le carenze formative. Fabiana ha 17 anni e abita nella periferia di Venezia con sua madre e suo fratello più piccolo. Il quartiere è grigio, negozi chiusi e solo qualche bar frequentato da anziani. La scuola va male: difficoltà in matematica, difficoltà a casa, dove deve dare una mano, mancanza di uno spazio tranquillo dove studiare. I tutor, quindi, la sostengono nel suo percorso scolastico ma anche nella possibilità di coltivare la chitarra, due leve per «costruire una prospettiva futura e permetterle di acquisire una più ampia consapevolezza di sé».