Funghi, il cibo degli dei. E degli uomini
Un fungo in mente Dai Misteri di Eulesi alle messe sincretiche Buiti nel Gabon. Filosofi, imperatori e popoli che nei secoli scoprirono con i miceti «i princìpi della vita»
Un fungo in mente Dai Misteri di Eulesi alle messe sincretiche Buiti nel Gabon. Filosofi, imperatori e popoli che nei secoli scoprirono con i miceti «i princìpi della vita»
Circa 100 mila anni fa l’Homo Erectus divenne Sapiens quando nella sua dieta entrarono funghi allucinogeni. È la cosiddetta «Stoned ape theory», formulata nel 1992 da Terence McKenna nel suo libro Food of the Gods. A suo avviso i funghi agirono come catalizzatori di un processo evolutivo che portò allo sviluppo di linguaggio, arte, filosofia, religioni, scienza. Quanto questa teoria sia fondata è difficile a dirsi, ma è indubbio che sostanze allucinogene accompagnano da millenni la storia dell’umanità.
Qualcuno nel 9000 a.C. dipinse figure umane ricoperte di funghi su rocce nel deserto del Tassili, in Algeria, quando ancora quella zona era verdeggiante. Tutto fa pensare che quei dipinti raffigurano sciamani.
Intorno al XV secolo a.C. popolazioni indoeuropee stabilitesi nell’odierno Iran portarono con loro l’Haoma, bevanda sacra divenuta centrale, in seguito, nella religione Zoroastriana. Cosa contenesse quella bevanda è ancora oggetto di ipotesi e ricerche, come per il suo equivalente induista, il Soma. Nel RgVeda si legge: «Noi abbiamo bevuto il Soma e siamo divenuti immortali. Noi abbiamo raggiunto la luce, abbiamo incontrato gli Dei. Che cosa può fare a noi la malvagità dell’uomo mortale o la sua malevolenza, o Immortale?». In altri testi viene descritto come una pianta con caratteristiche che potrebbero adattarsi alla liana Banisteriopsis caapi, da cui si produce l’Ayahuasca, pozione amazzonica la cui diffusione e assunzione sta rapidamente assumendo dimensioni planetarie.
A 20 km da Atene, negli annuali Misteri eleusini, si beveva il Kikeon, un infuso di acqua, menta e orzo forse contaminato dalla segale cornuta, alias Claviceps purpurea, un fungo parassita delle graminacee, detto anche Ergot, a partire dal quale il chimico svizzero Albert Hofmann sintetizzò nel 1938 l’Lsd. L’Ergot è stato responsabile nel medioevo di intossicazioni di massa attraverso il pane contaminato.
Ai Misteri di Eleusi, aperti a tutti, furono iniziati Eraclito, Socrate, Platone, Aristotele, Eschilo, Euripide, Pindaro, artisti, politici, gli imperatori romani Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio, e tra gli altri Cicerone che commenta: «Abbiamo conosciuto i princìpi della vita; e non solo abbiamo appreso il modo di vivere in letizia, ma anche quello di morire con speranza di miglior vita».
Nel 415 a.C. Atene fu scossa da uno scandalo, alcuni giovani dell’aristocrazia, fra cui Alcibiade, uno dei protagonisti della guerra del Peloponneso allora in corso, furono accusati di aver profanato i Misteri per averli celebrati in stato di ebbrezza in una casa privata. Alcibiade, scappato a Sparta, fu condannato in contumacia e gli furono confiscati tutti i beni.
Tra i cosiddetti funghi magici spicca la Psilocybe, impiegata dalla curandera messicana Maria Sabina nelle sue cerimonie a Huautla de Jiménez. Qui le fece visita nel 1957 il banchiere e micologo dilettante Gordon Wasson, che dopo aver sperimentato gli effetti del fungo ne ottenne un esemplare e pubblicò la sua scoperta negli Stati Uniti su Life e This Week.
Quegli articoli spinsero migliaia di giovani e non a recarsi a Huautla de Jiménez. La vita nel piccolo villaggio fu stravolta e i suoi abitanti infine diedero fuoco alla casa di Maria Sabina, che si pentì amaramente di aver divulgato il segreto dei suoi funghi.
La spedizione di Wasson, a sua insaputa, era stata finanziata da una società legata alla Cia, che intendeva usare il principio attivo del fungo a scopi militari. Ma il principio attivo non si fece trovare, e la psilocibina fu sintetizzata solo qualche tempo dopo da Hofmann, al quale Wasson aveva inviato un Psilocybe.
Altro fungo con una lunga storia alle spalle è l’Amanita Muscaria, detta anche Fly Agaric, col suo celebre cappello rosso a pois bianchi. Il suo consumo sciamanico, tuttora presente in Siberia, si perde nella preistoria. Incisioni rupestri di uomini-fungo risalenti al secondo millennio a.C. sono state rinvenute oltre il circolo polare artico, lungo le rive del fiume Pegtymel.
Nel medioevo veniva usato come moschicida. Ha una pessima reputazione, è detto Ovolo malefico, classificato in Italia come velenoso in realtà non è pericoloso come la sua compare tutta bianca Amanita Falloide, che uccide. I principi attivi presenti nelle Amanite muscaria variano da regione a regione, a volte da fungo a fungo, possono portare a serie intossicazioni come a profonde esperienze. In Siberia le renne vanno pazze per questi funghi. Quando ne trovano si abbuffano con gioia, saltano, corrono, si rivoltano per terra e fanno a gara a leccare l’erba impregnata dalle urine delle loro compagne. Gli sciamani siberiani ne hanno preso atto. Il fungo ingerito, digerito, filtrato dal fegato dello sciamano e depurato dalle sostanze tossiche, passa nell’urina con potenza psicoattiva accresciuta, acquisendo un color oro e un soave profumo, pronta per essere bevuta. Il cappello del fungo, essiccato, assume una consistenza metallica dai riflessi dorati. Conservato nel miele rende questo a sua volta psicoattivo.
In Messico il cactus Peyote è il sacramento degli Huichol. In Gabon è riconosciuto tra le religioni ufficiali il Buiti, che fonde animismo, culto degli antenati e cristianesimo. Centrale nel Buiti è la pianta psicoattiva Tabernanthe Iboga, usata da migliaia di anni, presente anche nelle ostie servite ai credenti durante la messa. Riferendosi ai cristiani i fedeli del Buiti commentano: «Voi parlate di Dio, noi con Dio ci parliamo».
Albert Einstein ebbe a dire: «La realtà è una illusione, sebbene molto persistente». L’illusione che attualmente va trascesa è quella proposta dal materialismo positivista imperante, e la sua applicazione pratica più pericolosa, il capitalismo e i suoi derivati. Gli allucinogeni, ma è più corretto chiamarli enteogeni o psichedelici, offrono la possibilità di riaprire quel canale di comunicazione tra gli esseri umani e il resto della biosfera. Prendere coscienza di questa «Web of life» a livello intellettuale è una cosa, sperimentarla empiricamente in prima persona è non solo auspicabile ma urgente.
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