Politica

Il ddl sicurezza va di corsa, l’alt sulla cannabis

Il ddl sicurezza va di corsa, l’alt sulla cannabisMilano, il primo negozio italiano dedicato alla vendita di talee di cannabis – Daniel Dal Zennaro/Ansa

Potere legislativo Procede veloce verso il via libera definitivo il pacchetto di norme penali malgrado il secondo no del Tar del Lazio al decreto Schillaci. Finite le audizioni, il 7 novembre è il limite per la presentazione degli emendamenti. Il tribunale amministrativo sospende il provvedimento ministeriale

Pubblicato 3 giorni faEdizione del 25 ottobre 2024

Finito anche al Senato il breve (e, a quanto pare, assai poco considerato) ciclo di audizioni nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia, il ddl Sicurezza viaggia dritto e veloce verso l’approvazione definitiva. Il 7 novembre è il giorno fissato per il termine di presentazione degli emendamenti, ma la maggioranza già fa i conti con i voti in bilico e i mugugni interni sempre più forti che riecheggiano i malumori delle imprese del nord, tanto che qualcuno minaccia un improbabile voto di fiducia (mai ben visto in materia penale).

L’ACCELERAZIONE però è evidente. Malgrado alcune norme contenute nel pacchetto ancora prima di diventare legge abbiano già subito un primo stop da parte di organi giurisdizionali. Come il Tar del Lazio, che ieri per la seconda volta (dopo il pronunciamento dell’11 settembre scorso) ha dato ragione alle imprese di cannabis light che hanno fatto ricorso e sospeso in via precauzionale il decreto con cui il ministero della Salute ha inserito le composizioni orali contenenti cannabidiolo (Cbd) nella tabella delle sostanze stupefacenti. Il tribunale amministrativo entrerà poi, il 16 dicembre prossimo, nel merito di tutti i ricorsi contro il decreto che minaccia violentemente una filiera ormai ben affermata. Nel frattempo però il pacchetto omnibus di norme penali – di rango superiore al provvedimento amministrativo di Schillaci – potrebbe essere già divenuto legge. Con il suo carico di norme-bandiera, reati nuovi di conio (13), aggravanti e anni di carcere, ma anche – argomento sensibile pure per le destre di governo – con il rischio di creare un problema di Pil.

«ACCETTATO il ricorso di Ici-Imprenditori Canapa Italia, il Tar del Lazio non poteva che far altrettanto per quello di Sviluppo Srl – fa notare Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni e già presidente del Comitato referendum Cannabis legale -. Il 16 dicembre prossimo è auspicabile che si metta la parola fine a questo ennesimo esempio di mala-normazione proibizionista». Perduca si aspetta il «solito attacco alla magistratura» ma invita il governo «a desistere una volta per tutte da un’impresa che, torniamo a ripeterlo, non solo è a-scientifica, come dimostrato dall’istruttoria utilizzata per giustificare la decisione, ma va contro le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale delle sanità e – ancora una volta – le regole dell’Unione europea sul libero mercato».

SONO SOPRATTUTTO queste ultime ad avere forza di legge, nel nostro ordinamento, e che potrebbero orientare la decisione del Tar del Lazio, secondo gli esperti. In ogni caso, bisognerà attendere che anche sull’articolo 18, quello che equiparando la cannabis light alla marijuana con alto contenuto di Thc la rende illegale, un tribunale civile o penale chieda l’intervento della Corte costituzionale.

ANCHE LA UIL, ieri ha protestato di nuovo perché il ddl Sicurezza «minaccia i principi fondamentali della democrazia del nostro Paese, in quanto reprime il legittimo dissenso e, a nostro avviso, limita l’iniziativa e le mobilitazioni sindacali per difendere i posti di lavoro e contrastare le crisi aziendali e occupazionali». Il provvedimento, spiega il segretario organizzativo Emanuele Ronzoni audito nelle commissioni, invece di rafforzare l’ordine pubblico, «è in realtà caratterizzato da una logica punitiva e repressiva. In particolare ci sono norme che scoraggiano la partecipazione a iniziative collettive dei lavoratori in difesa dei diritti» (come quella contro il “blocco stradale”).

D’ALTRONDE, come ha fatto notare ai senatori Debora Del Pistoia, di Amnesty International Italia, «ci dispiace constatare che il testo licenziato poi alla Camera e giunto in queste commissioni, non solo non è stato migliorato tenendo conto delle criticità evidenziate da noi e da altri soggetti auditi dai deputati, ma nel corso della prima lettura ha subito addirittura modificazioni che hanno esacerbato ancor di più le nostre preoccupazioni». Audizioni di facciata, insomma.

Anche per questo domenica 27 ottobre, in occasione del decimo Memorial Stefano Cucchi, a Roma la protesta si concentrerà anche sul ddl Sicurezza. «È solo l’ultimo capitolo di un assalto contro i diritti e la democrazia», afferma la senatrice di Avs Ilaria Cucchi lanciando la manifestazione che partirà dal carcere di Rebibbia e si concluderà al Parco degli Acquedotti. Lì verrà deposta una targa per suo fratello, il geometra romano morto «il 22 ottobre 2009, mentre era sottoposto a custodia cautelare, nelle mani dello Stato. A causa dello Stato».

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento