La destra estirpa tra le proteste la cannabis light
Ddl sicurezza Il Ddl sicurezza marcia spedito alla camera, con la maggioranza impermeabile all’azione delle opposizioni e alle contestazioni di diversi soggetti sociali.
Ddl sicurezza Il Ddl sicurezza marcia spedito alla camera, con la maggioranza impermeabile all’azione delle opposizioni e alle contestazioni di diversi soggetti sociali.
Il Ddl sicurezza marcia spedito alla camera, con la maggioranza impermeabile all’azione delle opposizioni e alle contestazioni di diversi soggetti sociali.
Ieri è stata la volta dell’articolo 18, quello che riguarda la cosiddetta «cannabis light», che contiene percentuali infinitesimali di principio attivo. È stato respinto con voto segreto l’emendamento con cui Azione proponeva di allentare la stretta della destra: dunque sarà vietato coltivare e commercializzare la cannabis light. Secondo la maggioranza, e il grande sponsor del provvedimento: il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, tutto ciò serve a contrastare l’assunzione di sostanze che alternano lo stato psicofisico e «conseguenti comportamenti rischiosi, ad esempio per la sicurezza stradale».
Le associazioni di categoria dei produttori, tra i quali alcune delle principali confederazioni agricole, dicono che la destra sta passando con la ruspa su una delle filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale, che vale 500 milioni di fatturato annuo e conta più di diecimila posti di lavoro. Ma non si arrendono. «Non gettiamo la spugna -spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini- L’iter non è finito, continueremo a lavorare con i parlamentari e con tutte le associazioni per un esito differente al senato».
Come ormai ampiamente previsto, è passato senza modifiche anche l’articolo 15 che blinda le sorti delle detenute madri. La maggioranza esulta: è un passo per il ristabilimento dell’ordine, dicono, Ma anche Cgil e Uil protestano per l’articolo 14 che inasprisce le pene per chi blocca una strada per protesta, anche in forma assolutamente nonviolente. «È evidente che, in questo modo, vengono messi in discussione alcuni diritti costituzionali e, in particolare, quello della libertà per lavoratori e studenti di manifestare a sostegno delle proprie idee e rivendicazioni», dice il segretario organizzativo della Uil, Emanuele Ronzoni. (g.san.)
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