Quando Fausto Leali attacca con la prima strofa di Ti lascerò qualche occhio sotto il palco si arrossa, un po’ anche per la sensazione da “operazione nostalgia” che scatena, e non solo per l’aria frizzantina che ieri ha contraddistinto Milano, e scatta l’applauso. Ma forse è proprio il momento più emozionante di tutta la manifestazione.

L’iniziativa indetta da Fratelli d’Italia in piazza Cordusio a Milano per ricordare il trentaquattresimo anniversario della caduta del Muro di Berlino è stata un flop. Ad applaudire, sotto il palco, c’erano giusto due/trecento persone, quasi tutti militanti meloniani di stretta osservanza, costretti a sfidare la noia di un sabato pomeriggio meneghino, e poco più. Insomma, i postfascisti governativi riescono a fare peggio di Matteo Salvini, che una settimana fa, poco distante da lì, in largo Cairoli, era riuscito a portare solo un migliaio di persone (rispetto alle tremila annunciate alla vigilia) per la sua manifestazione a difesa dell’Occidente. E in quest’ultimo periodo fare peggio del segretario leghista non è certo facile. Ad accomunare le due piazze la differenza, non solo numerica, con la manifestazione pro Palestina che anche ieri, per il quinto sabato consecutivo, ha portato a sfilare per le vie del capoluogo lombardo qualche migliaio di persone, per chiedere l’immediato cessate il fuoco a Gaza.

Insomma la destra, nelle sue varie sfaccettature, non riesce proprio a scaldare il cuore dei milanesi. Non che al centrosinistra vada meglio, sia chiaro, con il sindaco Giuseppe Sala che giusto due giorni fa ha piagnucolato dalle pagine del Corriere della Sera per le divisioni all’interno della sua maggioranza che rischiano di consegnare alla prossima tornata elettorale la città alla destra. Ma almeno il Pd milanese è riuscito ad organizzare treni speciali e pullman per portare alla manifestazione di Roma quasi duemila persone.

E sì che sul palco milanese c’era buona parte del gotha post-missino, dal presidente del Senato Ignazio La Russa alla ministra del turismo e coordinatrice lombarda di Fratelli d’Italia Daniela Santanchè, passando per il coordinatore metropolitano Stefano Maullu e il capodelegazione al parlamento europeo Carlo Fidanza, oltre alla sempre presente alle iniziative milanesi Paola Frassinetti. «La libertà oltre ogni muro», si legge sul leggio posizionato sul palco. Dietro, tra fiori bianchi e rossi, un muro di cartone che verrà abbattuto alla fine della manifestazione. Le scritte sono un mix di tutto l’armamentario ideologico della destra italiana, passata e presente. «Comunismo» e «terrorismo islamico» si mischiano a «cancel culture», «teoria gender» e «utero in affitto». Sul muro di cartone c’è spazio pure per la «carne sintetica» e per l’attivista ambientalista svedese Greta Thunberg.

Nella piazza, prima del gran finale, risuonano le note di Rino Gaetano con Il cielo è sempre più blu e di Antoher brick in the wall dei Pink Floyd, e chissà se non avrebbero da ridire se sapessero di essere utilizzati in questo modo. Alla fine, la giornata meloniana di ieri verrà ricordata (forse) solo per la mezz’ora di concerto di Fausto Leali. Che, parole sue, ha accettato di cantare ma è «apolitico». Insomma, va dove lo pagano. Forse, con un adeguato cachet, anche i militanti meloniani ci sarebbero andati.