Fontana (Csm): «Un attacco che ricorda la Polonia e l’Ungheria»
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Fontana (Csm): «Un attacco che ricorda la Polonia e l’Ungheria»

Intervista «Così si confondono i piani, si alza un polverone e non ci si capisce più niente», dice il sostituto procuratore a Milano e consigliere del Csm
Pubblicato 12 mesi faEdizione del 6 ottobre 2023

«Così si confondono i piani, si alza un polverone e non ci si capisce più niente». Roberto Fontana, sostituto procuratore a Milano e consigliere al Csm (è anche nella sezione disciplinare che, se interpellata, dovrà esprimersi sul caso Apostolico) mette in fila i fatti e vuole ribadire un principio di ordine generale: «La giurisdizione si esprime attraverso i provvedimenti, che ovviamente possono essere criticati e impugnati sulla base di ragioni tecnico-giuridiche. Spostare l’attenzione sulla vita del magistrato e le sue eventuali attività esterne a quella giudiziaria, è un modo per eludere il confronto sul merito».

Un magistrato può avere le sue opinioni e se ha avuto un comportamento improprio ci sono le sedi opportune in cui discuterne Roberto Fontana

Cominciamo dall’inizio…
L’inizio è quando si è cominciato a dire che con la sua decisione un giudice si è messo contro la sicurezza nazionale e ha danneggiato il governo. Il giudice, qualsiasi giudice, applica la legge sul caso concreto e i suoi atti si possono impugnare. Funziona così, il resto è un tentativo di mettere in discussione l’autonomia della giurisdizione.

Parla del post su Facebook di Meloni contro Apostolico.
Ha usato una terminologia inquietante. Non si può dire che un giudice si mette contro un governo legittimo. Si può fare ricorso contro le decisioni, in questo caso si va direttamente in Cassazione. Ecco, se confermasse la decisione del tribunale di Catania, dovremmo dire che anche la Cassazione va contro il governo?

Nel video diffuso da Salvini si vede chiaramente Apostolico tra i manifestanti. È un comportamento appropriato?
Non ho visto il video e non voglio entrare nel merito della vicenda, anche perché ci sono dei passaggi formali molto chiari: se si pensa che Apostolico abbia tenuto un comportamento inappropriato si può chiedere l’apertura di un procedimento disciplinare: questa è la fisiologia della giurisdizione. Non voglio farmi trascinare sul terreno della provocazione, dico solo che un conto sono le condotte extragiudiziarie e un conto quelle giudiziarie. I due piani vanno necessariamente separati.

Come?
Ogni magistrato, come ogni cittadino, ha i suoi orientamenti culturali e politici, ma questo non ha nulla a che vedere con l’imparzialità delle decisioni che vengono prese. Mettere in dubbio questo è preoccupante: si vorrebbero per caso magistrati asserviti al pensiero dominante?

Me lo dica lei.
Purtroppo è un tema che non si pone solo in Italia, basti pensare all’Ungheria o alla Polonia. Si contesta la magistratura perché i magistrati hanno delle opinioni personali, e in questo modo si attacca la loro autonomia. Onestamente mi sembrava che tutto il dibattito sull’ordinanza di Catania stesse tornando nei binari della giurisdizione. Anche le dichiarazioni di Nordio andavano in quella direzione. Adesso invece mi sembra che si voglia solo riaccendere la polemica. Ma serve sangue freddo. E per ogni questione esistono sedi opportune.

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