C’è voluto l’intervento diretto del presidente della Camera Lorenzo Fontana, via telefono, per arrivare a fissare un appuntamento a cui le opposizioni tenevano molto: il ministro della Difesa Guido Crosetto tornerà a Montecitorio il 19 dicembre per una informativa chiesta a gran forza dalle opposizioni a proposito delle sue accuse alla magistratura in una intervista al Corriere del 26 novembre.

Durante la riunione dei capigruppo di ieri, infatti, la richiesta delle opposizioni non aveva ancora ricevuto risposte: così Fontana ha preso il cellulare e ha detto al ministro che le questioni poste dalle opposizioni erano «legittime»: insomma, bisognava trovare una data al più presto.

Certo, il ministro aveva già risposto alla Camera a un question time il 1 dicembre, nel quale aveva negato attacchi alle toghe, ma aveva ribadito il teorema berlusconiano con domande tipo: «Sarà un caso che dal ’92 ci sia stato un sommovimento che ha bloccato ogni tipo di riforma della giustizia?». E affermazioni come: «Io non temo nessuna inchiesta».

Fatto sta che mercoledì il ministro è stato sentito come «persona informata sui fatti» dal procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, che ha aperto un’indagine “modello 45”, ossia senza indagati o ipotesi di reato, dopo la sua intervista. «A me raccontano di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta Meloni. Se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle europee…l’unico grande pericolo per questo governo è l’opposizione giudiziaria», le parole di Crosetto al Corriere.

Ieri il titolare della Difesa ha risposto ai cronisti sull’incontro con Lo Voi: «È andata benissimo». Avete chiarito tutto? «Non è che dovessi chiarire qualcosa, abbiamo parlato. E sono soddisfatto. Ribadisco quello che ho detto in Parlamento». Il caso però ha aperto faglie nel centrodestra. Ieri il Giornale di Alessandro Sallusti ha titolato in prima pagina «Inchiesta su Crosetto». Lui ha reagito annunciando querele. La replica di Sallusti: «Mi sembra che il ministro sia molto nervoso e quando uno è nervoso perde la lucidità. L’inchiesta è sul tema sollevato da Crosetto e non su di lui. E questo credo che lo capisca anche uno stupido…». Crosetto ha anche alluso a dei presunti «mandanti» che avrebbero spinto il Giornale. Ancora Sallusti: «Non so quali sono i mandanti di Crosetto, so che io non ho mandanti».

A quanto si è appreso, il ministro non avrebbe chiarito neppure davanti al magistrato i dettagli del presunto complotto giudiziario teso a sabotare il governo. Si sarebbe limitato a ricordare prese di posizione pubbliche di esponenti di Magistratura democratica e di Area in contrasto con provvedimenti dell’esecutivo. L’Anm, con il presidente Giuseppe Antalucia, da subito ha definito le accuse del ministro «fake news senza alcun fondamento» invitandolo a «fugare sospetti e ombre». «Non deve lasciare che le sue parole cadano nel vago. Se c’è da chiarire lo faccia, nei modi che preferisce».

Difficile che questo accada anche il 19 dicembre in Parlamento. Certo è invece lo scontro in atto a destra. «Crosetto che querela il direttore del Giornale non è una cosetta da poco», dice Artuto Scotto del Pd. «Ho l’impressione che si ballerà molto nei prossimi mesi dalle parti di Palazzo Chigi…».