Un delicatissimo caso di spionaggio interno potrebbe far perdere alla Repubblica Centrafricana centinaia di milioni di dollari in aiuti finanziari internazionali,

Il bubbone è esploso quando il primo ministro centrafricano Felix Moloua ha minacciato di punire alcuni «funzionari infedeli» del suo ministero dell’Economia, responsabili a suo dire della divulgazione di «documenti sensibili» sulla composizione del bilancio dello Stato, in particolare nel capitolo relativo alle spese per la sicurezza. La fuga di notizie sarebbe avvenuta in seguito a un recente viaggio a Washington dello stesso primo ministro alla guida di una delegazione ufficiale che ha incontrato i rappresentanti del Fondo monetario internazionale (Fmi) e della Banca mondiale.

Nei giorni scorsi l’Fmi ha approvato un accordo di estensione della linea di credito alla Repubblica Centrafricana: 191,4 milioni di dollari, per sostenere il Paese ed evitare una crisi umanitaria. Questi fondi, riferisce il Fondo monetario, dovranno sostenere «le spese prioritarie per i servizi pubblici di base nel settore della sanità e dell’istruzione e fornire il quadro politico necessario per far avanzare le riforme istituzionali». Ma non è ancora certo che saranno erogati. Il timore infatti è che questi aiuti possano essere dirottati dal governo di Bangui per pagare i servigi resi dai mercenari russi del gruppo Wagner.

I COSTI OPACHI DEL MERCATO della sicurezza centrafricana erano l’elefante nella stanza durante l’incontro tra Moloua e Fmi a Washington: il budget 2023 adottato dal governo centrafricano è pari a 280 miliardi di franchi, circa 426 milioni di euro, e più del 20% di questi è destinato a Wagner.

Era stato lo stesso Moloua a quantificare nella stessa riunione in 400 milioni di franchi a settimana (600 mila euro circa) i compensi pagati da Bangui al gruppo di mercenari russi. Informazione, questa, che secondo il premier non sarebbe dovuta essere divulgata. E che a molti appare imprecisa e sottostimata. Quella cifra infatti coprirebbe unicamente le spese di carburante e alcuni costi operativi: nel complesso parliamo di 31 milioni di euro all’anno ma, secondo gli analisti di All Eyes On Wagner, il costo totale reale del pacchetto sicurezza dei mercenari russi si aggira attorno ai 92,4 milioni di euro all’anno.
Dossier Center, altra organizzazione che studia e tiene traccia delle attività criminali degli oligarchi legati al Cremlino, specifica, citando le buste paga, che nel 2018 i 1500 paramilitari Wagner presenti in Centrafrica guadagnavano uno stipendio medio di 2.200 euro mensili: 40 milioni di euro il costo complessivo annuale delle sole buste paga.

Finora Bangui avrebbe pagato la parte non economica garantendo lo sfruttamento delle miniere d’oro e di diamanti, del legname, alle entrate nel settore beverage e dei prelievi sui dazi doganali, concessi ai partner russi come “cambio merce” e che secondo un’inchiesta ripresa sul manifesto lo scorso dicembre avrebbero garantito, con i soli diamanti, 12 milioni di dollari aggiuntivi nel periodo 2019-2021.

PIETRE VENDUTE A DUBAI e Anversa tramite una società diamantifera, Diamville, registrata in Centrafrica lo stesso giorno di un’altra società, Bois Rouge, i cui proprietari sono amici. Bois Rouge è una società che si occupa di commercio internazionale di legname pregiato, anch’essa legata al gruppo Wagner, autorizzata all’esercizio delle proprie attività su un appezzamento di 190.000 ettari di foresta nel cuore del Centrafrica.

Proprio l’opacità del bilancio centrafricano ha negato a Bangui, negli ultimi tre anni, l’accesso agli aiuti internazionali di cui il Paese ha un grande bisogno. I legami con la Russia invece hanno allontanato lo storico partner centrafricano, la Francia.
È vero che i mercenari sono stati decisivi nel respingere l’assedio di Bangui da parte dei gruppi ribelli centrafricani, nel 2020, una storia diventata un film di propaganda russo proiettato settimanalmente allo stadio di calcio della capitale centrafricana.

Ma è altrettanto vero che l’idea di un utilizzo degli aiuti internazionali da parte del governo centrafricano per finanziare di fatto il gruppo Wagner sarebbe un paradosso molto vistoso nell’attuale scacchiere geopolitico.