L’«ennesima aggressione alla libertà di stampa»: così la Federazione nazionale della stampa e l’esecutivo Usigrai definiscono la diffida inviata dalla direzione del carcere di Sassari Bancali alla dottoressa Angelica Milia, medico personale dell’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso per protestare contro il regime di carcere duro a cui è sottoposto da otto mesi. Su carta intestata del ministero di Giustizia, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria lunedì aveva diffidato la dott.ssa Milia a rilasciare dichiarazioni sullo stato di salute del detenuto dopo le visite, indicando anche esattamente con quale testata – «Radio Onda d’Urto» – il medico non avrebbe dovuto parlare, pena la revoca del permesso di entrare nell’istituto penitenziario per visitare il proprio paziente.

Secondo la direttrice di Bancali, Carmen Fiorino, reggente del carcere da poco più di una settimana, le dichiarazioni rese all’emittente di area cosiddetta “antagonista”, ascoltata anche da militanti anarchici, rischierebbe di «vanificare le finalità del regime di cui all’ex art. 41 bis» che l’allora ministra di Giustizia Cartabia firmò per Cospito, mai pentitosi della gambizzazione dell’ad di Ansaldo, Adinolfi, per la quale ha appena finito di scontare la pena, né della bomba alla scuola dei carabinieri di Fossano per la quale rischia l’ergastolo.

«Prima la riforma Cartabia che ha messo nelle mani dei procuratori capo la decisione su quali procedimenti siano di interesse pubblico, quindi la decisione su cosa è notizia e cosa non lo è – si legge nella nota di Fnsi e Usigrai – Con la conseguenza che si sono censurati gravissimi fatti di cronaca, negando il diritto costituzionale dei cittadini di essere informati. Ora la diffida». L’Fnsi e l’Usigrai, «esprimono solidarietà all’emittente bresciana e preoccupazione per la situazione in atto».

La dott.ssa Milia è stata intervistata quattro volte da Radio Onda d’Urto (dal 29 dicembre al 23 gennaio) e sempre chiedendogli conto solo delle condizioni di salute del detenuto. «Non mi sono mai pronunciata su quelle che sono le condizioni carcerarie nelle quali vive», ha riferito Milia che si è detta «allibita» della diffida. Radio Onda d’Urto parla di «un provvedimento gravissimo, un attacco che non riguarda solo la nostra emittente ma più in generale la libertà di informazione e che denota un accanimento repressivo-carcerario contro il detenuto» . Un’interrogazione parlamentare sul caso è stata presentata al ministro Nordio da Alleanza verdi e sinistra mentre l’eurodeputato S&D Smeriglio denuncia alla Commissione Ue la violazione dei diritti dell’uomo.