Internazionale

Florida, l’ammissione dell’Fbi «Avvertiti non abbiamo agito»

Florida, l’ammissione dell’Fbi «Avvertiti non abbiamo agito»Nikolas Cruz - l’autore del «mass shooting» in Florida - in tribunale insieme alla sua avvocata Melisa Mcneill

Stati uniti A gennaio segnalato «il possesso di armi da parte di Cruz e la possibilità di una strage»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 17 febbraio 2018

Nikola Cruz, il 19enne che in Florida ha aperto il fuoco nella sua ex scuola uccidendo 17 persone, era già stato «segnalato» prima del mass shooting di Parkland. I suoi vicini di casa, intervistati da tutti i media americani, hanno raccontato di aver visto regolarmente le auto della polizia nel vialetto dell’abitazione dove viveva con sua madre. Di recente Cruz era stato espulso da scuola e si sapeva che era solito pubblicare foto di armi e animali morti sui suoi account social; su YouTube l’anno scorso si era auto definito «uno sparatutto professionista».

IL COMMENTO era stato segnalato all’Fbi da una persona che non ne conosceva l’identità; un’altra segnalazione, risalente al 5 gennaio, è rimasta in sospeso e l’Fbi ha ammesso di non aver seguito il protocollo nella sua interezza, nonostante le indicazioni arrivassero – questa volta – da una persona vicina a Cruz e sottolineassero comportamenti preoccupanti, con un riferimento proprio al rischio di una strage in una scuola.

Lo stesso Bureau federale ha trasmesso una nota che comprende un commento del nuovo direttore dell’agenzia, Christopher Wray, dove esprime rammarico «per l’ulteriore dolore che ciò ha provocato in coloro coinvolti in questa orribile tragedia». Il diciannovenne non aveva precedenti penali ma la sua infanzia è stata certamente problematica: Cruz e suo fratello erano stati adottati e, dopo la morte improvvisa del padre nel 2004, cresciuti in gran parte dalla madre.

Anche la signora Cruz era morta a novembre e le persone che conoscevano Nikolas hanno raccontato che aveva preso la perdita con un estremo dolore. Un vicino e amico di Lynda Cruz ha descritto al New York Times una persona con forti disguidi emotivi: «Aveva problemi a controllare la rabbia, quando vedeva rosso rompeva gli oggetti che gli si paravano davanti – ha detto Gold – lo ha fatto anche a casa nostra». Anche i vari racconti su Cruz raccolti dai compagni di scuola, descrivono elementi preoccupanti, forse sottovalutati, o impossibili da indirizzare per mancanza di referenti.

Nonostante in un primo momento il ragazzo fosse stato presentato dall’Associated Press come membro del gruppo suprematista bianco, Repubblic of Florida, questa informazione è stata poi smentita dalle forze dell’ordine della contea.

GRADY JORDAN, portavoce dell’ufficio dello sceriffo della contea di Leon, ha spiegato di monitorare il gruppo dal gennaio 2014 e ha assicurato che «non ci sono legami noti che possano mettere in relazione Cruz con il Repubblic of Florida».

IL RAGAZZO per un certo periodo era stato ossessionato da una sua compagna di scuola, arrivando al livello di stalking, argomento questo sottolineato dal governatore di New York, Andrew Cuomo che da tempo chiede che chi è colpevole di violenza domestica e stalking, non possa possedere armi, viste tutte le connessioni che sono emerse in questi anni tra chi compie questo tipo di crimini e gli autori delle sparatorie di massa. A Nikolas Cruz sono stati contestati 17 capi di imputazione per omicidio premeditato. È comparso per la prima volta in tribunale ieri: il giudice ha deciso che verrà detenuto senza possibilità di cauzione e l’imputato ha ammesso ogni azione; il suo legale l’ha descritto «triste e tormentato dai rimorsi, pienamente consapevole dell’accaduto».

AD AVERE LE IDEE molto chiare su come affrontare la tragedia continua di omicidi di massa, sono gli adolescenti che frequentano la scuola dove è avvenuto il massacro; molti di loro davanti alle telecamere dei maggiori network televisivi americani hanno chiesto al presidente Trump e al Congresso di agire in modo proattivo verso una legislazione sul controllo delle armi.

«SIAMO DEI RAGAZZINI, gli adulti dovreste essere voi e abolire le armi», ha detto uno degli studenti alla Cnn. Durante la veglia con migliaia di persone davanti alla scuola, la preghiera è stata terrena e indirizzata ai politici: un controllo delle armi è possibile e questa nuova generazione americana, cresciuta sotto due mandati di Obama che si è sempre battuto per questo, più di ogni altro presidente Usa, ha cominciato a chiederla.

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