Flavio Favelli, intervista visiva #05/2021
(Firenze 1967)
Artista visivo. Vive e lavora a Savigno (Bologna). Dopo la Laurea in Storia Orientale presso l’Università di Bologna, prende parte al Link Project (1995-2001). Ha esposto con progetti personali al MAXXI di Roma, al Centro per l’Arte Pecci di Prato, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, alla Maison Rouge di Parigi e al 176 Projectspace di Londra. Partecipa alla mostra Italics a Palazzo Grassi nel 2008 e a due Biennali di Venezia: la 50° (Clandestini, a cura di F. Bonami) e la 55° (Padiglione Italia a cura di B. Pietromarchi). Nel 2008 realizza Sala d’Attesa, ambiente permanente nel Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna che accoglie la celebrazione di funerali laici. Nel 2015 l’opera Gli Angeli degli Eroi viene scelta dal Quirinale per commemorare i militari caduti nella ricorrenza del 4 Novembre.
Nel 2017 il progetto Serie Imperiale vince la seconda edizione del bando Italian Council. Nel 2019 ha una mostra personale a Ca’ Rezzonico, uno dei musei della Fondazione Musei Civici a Venezia e pubblica il libro d’artista “Bologna la Rossa” edito da Corraini Edizioni.
È in corso fino al 30 maggio 2021 a Calenzano (FI) ad Arte in Frabbrica presso Gori Tessuti e Casa il progetto specifico Profondo Oro a cura di Pietro Gaglianò.
A Milano, presso la Fondazione Adolfo Pini, si può visitare fino al 7 maggio 2021 il progetto specifico Vita d’Artista.
Per saperne di più www.flaviofavelli.com
//ARTE
Riprendendo, o cercando di riprendere, certi ricordi che nascono da una vicenda familiare complessa, l’artista indaga immagini e oggetti “persistenti”, creando un’epica personale, combinando pezzi, più che mancanti, inediti che compiono una sorta di giro della morte, oltre che della sua storia personale e della borghesia italiana, anche di un paese che egli descrive come “già globale prima della globalizzazione”.
//LAVORO
Flavio Favelli sostiene che l’artista è l’unica figura che frequenta lavoratori e datori di lavoro allo stesso tempo, con la stessa vicinanza, con la stessa distanza: l’artista è solo. Un passo del dialogo tra Franz Kafka e Gustav Janouch del 1920 esprime meglio la sua posizione:
– …va ancora dal falegname?
– No, è un pezzo che non ci vado. Le mie condizioni di salute non me lo permettono più. Sua maestà il corpo.
– Me lo immagino. Lavorare in un’officina polverosa non è certo piacevole.
– Lei s’inganna. A me piaceva lavorare nell’officina […] il pomeriggio passava in un baleno. La sera arrivava sempre di sorpresa.
– Sarà stato molto stanco.
– Sì, ma anche felice.
//TEMPO
Flavio Favelli ha creato molte opere con il titolo “Tempo”: Tempo Aureo, Tempo Veneziano e anche uno scritto, Tempo Petroniano. La sua arte sembra dirci che il tempo è sempre lo stesso. “A Savigno dove abito” – scrive l’artista- “ho di fronte i calanchi coi cipressi, il tempo è sempre lo stesso, i calanchi e i cipressi anche, sono sempre uguali tranne quando c’è la neve. Ogni giorno sembra uguale, passa piano, per sempre.”
Vai sul profilo instagram del @manifesto per visualizzare l’intervista visiva di Flavio Favelli. intervista #05 del 04/04/21
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