La terra trema sull’isola della Palma, la isla bonita. Si tratta della più grande delle due isole più occidentali dell’arcipelago delle Canarie. La Spagna, pur essendo vicina al confine con la placca africana, non è un’area particolarmente sismica. Certamente, niente a che vedere con l’Italia, la Grecia o la Turchia. Per cui le attività geosismiche qui destano sempre una certa preoccupazione.

Ma nel caso specifico, lo sciame sismico di più di 4.000 terremoti di bassa intensità negli ultimi cinque giorni, secondo i dati resi noti dall’Istituto geografico nazionale spagnolo, ha una spiegazione che sembra abbastanza chiara – per quanto nelle faccende geologiche bisogna sempre essere cauti: con tutta probabilità, siamo alle porte di una possibile eruzione vulcanica. Il che è davvero una notizia da queste parti: la penisola spagnola è priva di vulcani attivi, e l’unica zona vulcanica attiva del paese si trova proprio in questo arcipelago di 7 isole e una manciata di isolotti cento chilometri a ovest delle propaggini del deserto del Sahara, proprio all’altezza del conteso confine fra Marocco e Sahara Occidentale. Le Canarie si trovano sulla placca africana, e sono giovani in termini geologici: si sono formate solo 30 milioni di anni fa.

L’ULTIMA ERUZIONE superficiale avvenne proprio sulla “bell’isola”, La Palma, che, oltre a un parco naturale, ospita anche un sito astronomico fra i più belli del mondo (a Roque de los Muchachos, a 2.400 metri di altezza), dove tra gli altri, campeggia anche il Telescopio Nazionale Galileo dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica). Lo storico evento eruttivo avvenne esattamente 50 anni fa, nel 1971, non lontano dalla zona sud dove oggi i palmeros, gli abitanti dell’isola, stanno vivendo con preoccupazione le sempre più intense scosse, nella zona chiamata Cumbre Vieja.

Da quell’evento sorse un vulcano che si chiama Teneguía e che è oggi ben visibile. Prima di questa, ci fu un’eruzione nel 1949, sempre nella stessa zona. Un’altra eruzione nell’arcipelago ebbe luogo anche dieci anni fa, nel 2011, ma stavolta fu sottomarina e poche decine di chilometri più a sud, al largo delle coste dell’isola di El Hierro ad opera del vulcano Tagoro. Sono solo quattro le isole canarie che hanno assistito a eruzioni in epoca storica: oltre a La Palma, che è l’isola geologicamente più giovane dell’arcipelago, El Hierro, Tenerife e Lanzarote.

IN QUESTI GIORNI non sono solo i terremoti a preoccupare e a far supporre che presto assisteremo a un’eruzione: i geologi hanno osservato anche una deformazione del terreno che fa pensare che il magma sottostante si sta muovendo: si è creato un rigonfiamento di ben sei centimetri in pochi giorni. È dal 2017 che sull’isola è ripresa l’attività sismica, con ben nove sciami sismici compreso quello in corso, ma il processo si è andato intensificando in questi ultimi giorni, e i punti d’origine dei terremoti si stanno progressivamente spostando verso nordovest e verso la superficie, e tutto fa pensare che potrebbe culminare, appunto, con un’eruzione in un futuro non lontano, anche se è difficilissimo fare previsioni in questi casi. Nessun geologo si sbilancia, ma la dinamica che stiamo osservando è abbastanza in linea con la possibilità di poter essere testimoni dopo cinque decenni di un nuovo evento eruttivo, e chissà addirittura la nascita di un altro vulcano.

Intanto le autorità dell’isola mantengono l’allarme “giallo” (su una scala di 4 colori, è il secondo livello di allarme) e si preparano per una eventuale evacuazione.

Il giallo indica che la popolazione può continuare con le attività quotidiane, ma deve stare all’erta e attenta alle eventuali indicazioni delle autorità.

Il presidente del Cabildo di La Palma, il massimo organo di governo locale, Mariano Hernández Zapata, del Partido popular, lo ha riassunto pragmaticamente dopo una riunione di emergenza: «Viviamo su un’isola vulcanica, e un’eruzione è una delle opzioni che si possono dare».

CUMBRE VIEJA è secondo gli scienziati l’edificio vulcanico più attivo delle isole ed è stato teatro di ben sette eruzioni storiche: pertanto, è sempre stato considerato il punto dove era più probabile un’eventuale eruzione nell’arcipelago. Secondo quanto riportato alla stampa dal direttore dell’Area di Vigilanza vulcanica dell’Istituto vulcanologico delle Canarie, Involcan, l’italiano Luca D’Auria, «La Palma è un vulcano attivo, per cui presto o tardi ci sarà un’eruzione». E aggiunge: «Quello che è successo negli ultimi giorni fa pensare che la probabilità sia più elevata».

In un articolo uscito ieri sul País, D’Aura ha dichiarato che «il magma si accumula in una zona a cinque chilometri dalla crosta prima di entrare in eruzione. La cosa più probabile è che abbia trovato il cammino verso la superficie ed è molto probabile che finisca per arrivarci». Le cose, spiega, stanno andando più rapidamente che nel 2011 a El Hierro, quando ci vollero sciami sismici per settimane prima di arrivare all’eruzione. Non si può sapere, e potrebbe persino non succedere nulla, ma la cosa più probabile, sostiene il geologo, è che un’eventuale eruzione avvenga nella zona dove si stanno concentrando gli sciami sismici. «Anche se non si può ancora sapere», conclude.