Un appello al Parlamento si leva da 18 organizzazioni della società civile che chiedono di non convertire in legge il decreto anti-rave perché inutile, incostituzionale e perfino gravemente deleterio. Dannoso per i giovani, che in questo modo vengono criminalizzati e stigmatizzati con le «loro espressioni culturali», dannoso per la lotta alle tossicodipendenze e nefasto pure per la democrazia.

«Si corre il rischio di puntare verso l’obiettivo di criminalizzare quelle fasce giovanili che esercitano la libertà di espressione, di opinione e di aggregazione e che ricercano il divertimento al di fuori da ogni vincolo imposto dalle regole del mercato e da ogni forma di imposizione autoritaria», con la evidente conseguenza che si rischi «di incentivare l’organizzazione di eventi sempre più nascosti e irraggiungibili, e quindi molto più difficili da gestire attraverso gli interventi di riduzione del danno e tutela della salute pubblica e di contenimento di eventuali casi critici tra i partecipanti».

A sottoscrivere il lungo documento sono la Cgil, l’Arci, la LegacoopSociali, la Cnca, Antigone, A Buon Diritto, la Lila, Parsec, l’Associazione Luca Coscioni, il Forum Droghe, la Società della Ragione, la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova e altre.

«La normativa relativa all’occupazione di suolo o edifici è già presente», segnalano, e «inoltre una interpretazione rigida della legge potrebbe estendere i reati previsti anche agli operatori di questi servizi, negando un diritto sancito dalla legge, con la conseguenza “paradossale” di ampliare proprio i rischi e i danni per la salute che si vorrebbero evitare e di compromettere in modo sensibile la sicurezza degli eventi».

La società civile ricorda poi che «gli ultimi due rave di grandi dimensioni, tenuti a Valentano nel 2021 e a Modena nel 2022, non hanno comportato alcun problema di ordine pubblico», e «lo sgombero è avvenuto in forma pacifica e negoziata». Infine, «l’esperienza, ormai consolidata da oltre vent’anni dalle nostre reti e a livello europeo, dimostra che l’implementazione dei servizi di Riduzione del Danno a livello nazionale, prevista dai Lea, rappresenta la strategia più efficace».