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Mia figlia Maysoon Majidi, artista e attivista. Accuse assurde contro di lei

Mia figlia Maysoon Majidi, artista e attivista. Accuse assurde contro di lei

La lettera Ecco chi è mia figlia. Imprigionata con accuse assurde

Pubblicato 30 giorni faEdizione del 13 settembre 2024

Mia figlia Maysoon Majidi, attivista per i diritti umani e per i diritti delle donne in particolare, si trova dall’inizio dell’anno reclusa in un carcere italiano sulla base di accuse inconsistenti, dopo essere sbarcata in Italia per chiedere asilo.

Io aspetto notizie dagli avvocati che seguono il caso e una convocazione dei giudici per dimostrare che mia figlia non è una trafficante, come appare nell’atto di accusa.

Mia figlia è fuggita dall’Iran rifugiandosi nella regione del Kurdistan iracheno insieme a mio figlio Rajan. In Iraq Maysoon si è impegnata e ha lavorato come giornalista. Poi, in seguito alle minacce ricevute dall’Iran, i due fratelli hanno cercato di andare in Turchia. Purtroppo però lì hanno subito un furto da parte di trafficanti; per permettere loro di raggiungere l’Europa, la nostra famiglia ha dovuto raccogliere nuovamente dei soldi per pagare il viaggio. Questa volta sono riusciti a imbarcarsi e ad arrivare in Italia, dove hanno chiesto asilo. Però, per la mancanza di un interprete che potesse tradurre le parole di mia figlia, lei non è riuscita a difendersi e a ribattere all’accusa di essere una scafista. Perciò da allora è in carcere.

All’Università si è impegnata in politica per la difesa dei diritti umani. Le guardie l’hanno picchiata e torturata molte volte, causandole un ricovero in ospedaleIsmael Majidi

Faccio appello a tutte le associazioni e organizzazioni che si impegnano nella difesa dei diritti delle persone perché si occupino del caso di mia figlia: la mia è la richiesta di un padre disperato che, tra l’altro, ha già subito due ictus. La madre di Maysoon è morta quando lei aveva tredici anni.

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Mi chiamo Maysoon Majidi

Maysoon fin da piccola ha dimostrato capacità artistiche: si è espressa con le matite colorate ancor prima di andare a scuola, sempre incoraggiata da noi di famiglia. Nella classe che corrisponde alla quarta elementare ha cominciato a scrivere poesie, alla scuola media è diventata redattrice della rivista della scuola e nell’ultimo anno ha vinto il primo premio tra gli studenti narratori in Iran. Appassionata d’arte, come dicevo, si è iscritta all’Università per studiare teatro e regia teatrale (mi ha inviato esempi dei suoi lavori). Si è poi impegnata in politica e nell’attivismo per la difesa dei diritti umani. Questo ha causato interventi pesanti da parte delle guardie dell’Università, che l’hanno picchiata e torturata molte volte, causandole un ricovero in ospedale a Sanaa. Tale è stata la situazione in cui si è trovata, che Maysoon ha perfino pensato di donare i suoi organi nel caso le torture le avessero causato la morte. Ribadisco che le accuse fattele sono prive di fondamento e chiedo perciò giustizia.

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