Ai festival di cinema abbiamo visto le sedie vuote, come quella di Jafar Panahi a Venezia, oppure la scelta di chi per esserci, come Mohammad Rasoulof a Cannes, ha imboccato la via dell’esilio. Ma accanto ai nomi più noti ci sono tantissime storie di artisti e artiste iraniane costretti a lasciare il paese. Galera, intimidazione, censura e impossibilità di firmare lavori per anni sono la norma. Tra loro, c’è Maysoon Majidi. «È una delle poche volte che conosciamo la biografia di una persone accusata di essere scafista. Sappiamo tutto di lei, il suo lavoro artistico è pubblico così come il...