Fca, nuove Maserati ma tanti lavoratori in Cig mentre gli Agnelli si arricchiscono
Auto & Vecchi Vizi Dopo anni durissimi finalmente un nuovo modello per Modena, ma la maggior parte degli operai è ancora in cassa Covid. Una nuova generazione della famiglia entra nella società olandese che controlla Exor per assicurarsi i 5,5 miliardi di dividendo da Tavares
Auto & Vecchi Vizi Dopo anni durissimi finalmente un nuovo modello per Modena, ma la maggior parte degli operai è ancora in cassa Covid. Una nuova generazione della famiglia entra nella società olandese che controlla Exor per assicurarsi i 5,5 miliardi di dividendo da Tavares
Fca torna a presentare un nuovo modello di auto dopo la pandemia. Lo fa a Modena, casa della Maserati con i vertici quasi al completo. Mike Manley, amministratore delegato del gruppo dopo la morte di Marchionne, promette ben 2,5 miliardi di euro di investimenti per il brand del lusso del gruppo potendo contare sul prestito statale da 6,3 miliardi con pochissime condizioni sulle produzioni (tanto che la macchina che sostituirà la Punto nel segmento B sarà prodotta in Polonia a Tychy). Una cifra notevole visto che 1,6 miliardi erano già previsti nel piano 2019-2021 per MIrafiori e Cassino. Per l’ultima nata, la super sportiva Mc20 presentata giovedì alla stampa specializzata e ieri ai sindacati, l’investimento è di 350 milioni.
La Casa del Tridente da molti anni a Modena era sinonimo di cassa integrazione e grandi incognite. Specie in vista della fusione con Psa e la nascita di Stellantis, l’ipotesi di una vendita separata o di una riduzione di spazi era reale. Manley invece assicura che il 2020 sarà per il brand, considerato «il gioiello della corona», l’ultimo anno in perdita e spiega che non c’è alcun progetto di spin off anche se «non è escluso che in futuro diventi argomento di discussione». Il piano Maserati in più non comporta un ridimensionamento del brand Alfa Romeo.
Dai sindacati giudizio positivo ma con molte ombre. “Esprimiano il nostro favorevole giudizio in merito alla presentazione della nuova vettura la cui produzione si farà interamente a Modena – commentano i delegati Fiom di Modena – . Erano anni che chiedevamo risposte sul nostro futuro. È dal lontano 2008 che la Maserati di Modena ha mostrato per la prima volta il ghigno della crisi: c’è stato un lento, ma progressivo svuotamento delo stabilimento. La questione più importante ora è quella di iniziare a capire quando l’azienda voglia interrompere l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, visto che i contratti di solidarietà sono ancora aperti ed ora stiamo beneficiando della cassa COVID, tra l’altro.
L’altra riflessione, non meno importante, è sulla quantità di soldi spesi per questa iniziativa della presentazione della nuova vettura. Sarebbe stato meglio spenderne una parte per la maturazione dei ratei, aboliti durante la pandemia”.
«Il lancio del nuovo modello della Maserati MC20, che sarà prodotto nello stabilimento modenese, è un risultato positivo perché in questi anni è stato forte l’impegno della Fiom per mantenere la produzione, oltre che la progettazione, a Modena. Investire sui lavoratori, dalla ricerca e sviluppo fino alla produzione, significa per la Fiom avere l’obiettivo dell’occupazione e della qualità della vita nel lavoro». Lo affermano Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Simone Marinelli, coordinatore nazionale Fca per la Fiom-Cgil e Stefania Ferrari, segretaria generale Fiom-Cgil Modena – . È necessario un piano complessivo che a partire da Maserati, Alfa Romeo e Fca determini una nuova stagione di innovazione tecnologica e ecologica. Per realizzarla il centro sono i lavoratori che oggi fanno parte del gruppo. Occorre un nuovo piano di investimenti pubblico e privato per rigenerare gli stabilimenti attraverso la staffetta generazionale, la formazione e la contrattazione per rilanciare un settore centrale per la nostra industria come l’automotive”, concludono i dirigenti della Fiom.
«Non solo viene realizzato un nuovo modello con il marchio del Tridente, ma gli investimenti effettuati nei reparti produttivi, dallo sviluppo e produzione del primo motore Nettuno alla verniciatura, consentiranno prospettive positive all’impianto storico di Maserati – commenta Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl – . Ora, aggiunge il sindacalista, «per rilanciare il progetto Maserati è indispensabile completare ed accelerare il completamento del piano industriale», che può «rappresentare una caratterizzazione degli stabilimenti italiani sulla fascia del lusso, anche per i marchi provenienti dalla fusione con Psa». E in questo quadro, per il gruppo Fca, «è indispensabile poi procedere al completamento e al rilancio anche dei prodotti Alfa Romeo, a partire dalla produzione nel 2021 del Suv Tonale previsto a Pomigliano d’Arco».
L’incontro con i giornalisti nello stabilimento di Modena è per Manley anche l’occasione per ribadire che il piano per la fusione tra Fca e Psa procede nei tempi previsti. «Stiamo facendo progressi nell’ottenere i permessi per perfezionare l’accordo entro il primo trimestre del nuovo anno. Tutto procede molto bene. Continua anche il lavoro con Bruxelles per rendere accettabile la fusione». Quanto alla possibilità che sia rivisto l’extradividendo per Exor e gli Agnelli da 5,5 miliardi per la fusione, Manley dice di non volere «alimentare idee speculative».
Intato però gli Agnelli si rafforzano. Nella Bv, società olandese che controlla Exor, cresce l’asse Elkann-Andrea Agnelli-Nasi. Nasce il consiglio di famiglia con riunioni annuali e l’ingresso dei giovani. Alla fine del 2021 con il voto multiplo salirà fino all’80% il controllo sulla holding. Insomma, in vista della fusione con Psa, la famiglia si rafforza per intascare i 5,5 miliardi promessi da Tavares e magari prepararsi ad uscire dal mondo dell’auto.
Manley ha poi confermato che a Cassino sarà prodotto il prossimo anno il suv che si chiamerà Grecale come il vento e giocherà un ruolo di primo piano per lo sviluppo del marchio. Manley parla anche del suo futuro – messo in forse quando si scoprì che vendette azioni per 3,5 milioni a maggio 2019 al tempo dell’accordo (poi saltato) con Renault – dopo la fusione quando alla guida di Stellantis arriverà il francese Carlos Tavares. «Continuerò a fare parte di questo gruppo, voglio continuare a costruire il suo futuro», garantisce.
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